Commissariato di polizia a Cantù: «Decisivo per la sicurezza»

Le reazioni Il via libera dal governo. Maspero: «Risultato atteso». Ferrari: «Seguiremo l’iter». I dubbi di Volontè: «Solo proclami». Ape: «Si pensi alla prevenzione»

Cantù

Cantù, città del mobile, diventerà anche la città che ospiterà il primo Commissariato della Polizia di Stato della provincia di Como.

Progetto al quale si ambiva da tempo e ora, ha annunciato il sottosegretario dell’Interno Nicola Molteni, durante l’ultimo Comitato Nazionale per la sicurezza pubblica al Viminale, con il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e del capo della polizia Vittorio Pisani, si è dato ufficialmente avvio all’iter per l’istituzione del Commissariato, che avrà sede nell’immobile che ospitava il comando della polizia locale in via Vittorio Veneto. Una presenza decisiva, commenta con soddisfazione il sindaco Alice Galbiati. E il centrodestra con lei.

L’annuncio del sottosegretario

«Un passo concreto e decisivo in avanti per la sicurezza della città e dell’intero territorio – dice il vicesindaco Valeriano Maspero, esponente di Fratelli d’Italia -. Un risultato atteso, che rafforza in modo stabile la presenza dello Stato e la tutela dei cittadini. Un sentito ringraziamento va al sottosegretario al ministero dell’Interno, onorevole Nicola Molteni, al ministero dell’Interno e alla Prefettura di Como per l’impegno e l’attenzione dimostrati. Questo Commissariato non è solo un presidio di sicurezza, ma un investimento strategico sulla qualità della vita, sulla legalità e sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni. La sicurezza è una precondizione dello sviluppo economico, della coesione sociale e della libertà delle persone».

Anche Matteo Ferrari, assessore e coordinatore cittadino di Forza Italia, si rallegra del risultato: «Sin dall’inizio abbiamo sostenuto questa iniziativa e continueremo a farlo con convinzione per tutti i passaggi di questo iter ora finalmente avviato. Il nostro ringraziamento va al particolare interessamento dell’onorevole Nicola Molteni, che nel suo ruolo di sottosegretario avrà la possibilità di vigilare affinché compia passi concreti».

Di tono decisamente ben differente il giudizio di Cecilia Volontè di Cantù Civica: «Vedremo se Molteni, che al Canturino non ha dato pressoché nulla, se non l’inutile intervento spot dell’Esercito, riuscirà a trasformare i proclami, di cui siamo stanchi, in ipotesi concrete e percorribili. Resta la drammatica crisi di un tessuto sociale sfilacciato che non riesce più ad assorbire il disagio, soprattutto giovanile. Manca ogni politica educativa e siamo alle solite istanze repressive. I politici che amministrano la città non hanno alcuna visione e si accodano al potente di turno che dall’alto del suo scranno fa proclami sull’ordine pubblico rimasti da trent’anni parole vuote e disarticolate».

Francesco Ape del Partito Democratico ribadisce ancora una volta di ritenere necessario andare oltre gli investimenti in strumenti repressivi e di controllo.

Le perplessità

«Ben venga la realizzazione del Commissariato se il ministero offre alla nostra città questa opportunità, non abbiamo mai voluto minimizzare la problematica legata alla sicurezza. Ma resta il fatto che questa finora è stata gestita in termini di propaganda politica. Bisogna guardare più lontano, anche a interventi di tipo preventivo, altrimenti possiamo continuare ad aumentare gli agenti all’infinito ma non risolveremo il problema. Bisogna capire cosa si possa fare prima, creare una nuova cultura della sicurezza».

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