Como ancora numeri da paura
Dodici morti in provincia
e sono 447 i nuovi positivi

Diminuisce la pressione sugli ospedali: 23 i pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva

Sono 12 le vittime del coronavirus certificate ieri in provincia, al termine di una giornata che segna unrialzo del numero dei pazienti positivi - ma è normale, dopo il weekend - e una generale diminuzione, a livello lombardo, del numero dei pazienti ricoverati negli ospedali, in terapia intensiva e non.

Con quelli di ieri, i morti salgono a quota 1.323 dallo scorso mese di marzo: di questi, 625 sono riconducibili alla cosiddetta “seconda ondata”; cioè al periodo il cui inizio si fa risalire allo scorso ottobre. In città, si sono contate in tutto 195 vittime.

Questo in sintesi, il bollettino diffuso ieri dall’assessorato alla Sanità della Regione: sono stati eseguiti 27.676 tamponi (totale complessivo: 4.477.309); i nuovi casi positivi sono 2.404 (di cui 133 classificati come “debolmente positivi”). I cosiddetti “guariti/dimessi” sono 347.130 (+4.721), di cui 4.542 dimessi e 342.588 guariti. Negli ospedali regionali ci sono 656 posti di terapia intensiva occupati, 29 in meno del giorno precedente, e 4.996 posti letto di reparto occupati, 57 meno del giorno precedente. Il totale dei decessi sale a 23.991, con i 114 delle ultime 24 ore.

Questa la situazione provincia per provincia, in relazione ai nuovi positivi rilevati ieri: a Milano se ne sono avuti 594, di cui 243 nel Comune capoluogo; a Bergamo 97, a Brescia 89, a Como 447, a Cremona 48, a Lecco 14, a Lodi 43, a Mantova 112, Monza e Brianza 72, a Pavia 121, a Sondrio 68, a Varese 632. A livello regionale, quella che ieri ha fatto registrare il maggior numero di nuovi positivi è statala Regione veneto, con 3.320 casi, seguita da Lombardia ed emilia Romagna (1.238).

Per tornare agli ospedali, ieri risultavano 233 pazienti ricoverati nei reparti Covid all’ospedale Sant’Anna di San Fermo, 35 ricoverati a Cantù, 20 a Mariano Comense e 13 in via Napoleona. In terapia intensiva ne risultavano 18 a San Fermo e 5 a Cantù. Al totale andrebbero aggiunti anche i due che in mattinata risultavano in attesa al pronto soccorso di San Fermo e gli otto in attesa al ps di Cantù.

Forse anche per il ritorno alla discussa zona gialla, il clima sembra più disteso, al di là di numeri che, al contrario, suggeriscono ancora cautela. Lo conferma, per esempio, il direttore sanitario dell’ospedale Valduce Nunzio Castiglione: «Rileviamo in effetti un minor numero di casi di Coronavirus e un minor numero di accessi al pronto soccorso, il che consente di affermare che la situazione sia diversa rispetto al mese scorso. E però il pericolo non è scampato, anzi. Oltre alla terapia intensiva rimane attivo un intero reparto riservato ai pazienti Covid. Il problema è sempre legato alle risorse disponibili. Se arrivasse una terza ondata forte, il pericolo sarebbe senz’altro quello di non riuscire a garantire prestazioni sanitarie sufficienti, in un momento di stress ospedaliero ancora forte e con il pericolo che all’emergenza si sovrapponga anche quella di un eventuale picco influenzale»
S. Fer

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