Corse del bus saltate: a Cantù è protesta continua

Il caso Studenti che vagano da una pensilina all’altra, genitori e fratelli che attendono all’uscita delle scuole: «Speriamo non sia così per tutto l’anno». C’è chi ha dovuto prendersi un giorno di ferie sul posto di lavoro

Un incubo per tutti i viaggiatori.

La causa comune: il bus che non passa quando dovrebbe passare. Le conseguenze: in capo ai viaggiatori. Studenti lasciati a piedi, costretti a contare sull’aiuto da casa, un passaggio del fratello o del papà. Lavoratori costretti a prendersi un giorno di ferie perché non uno, ma due bus in fila all’altro, non si vedono: a casa dal lavoro. E chi si confonde alle fermate doppione, non sempre così intelligibili.

Protestano tutti. A partire dagli studenti. Che patiscono i disagi del trasporto pubblico sulla propria pelle. Pensilina all’esterno del liceo Fermi, quasi al confine con Cucciago. Mezzogiorno e mezzo. Fine della quarta ora da un pezzo, perché i ragazzi sono usciti da più di mezz’ora. Rinunciano a prendere il bus. Andrea, 15 anni: «Il C80 delle 12.08, che di solito passa subito dopo la fine delle lezioni, non è passato». Così si avvia verso il centro con altri studenti.

Testimonianze

«Ieri mattina, invece, non è passato da Mariano Porta Spinola il C81. Doveva passare alle 7.20, non è passato», afferma Giacomo, 15 anni. «Qualche mattina fa, nei primi giorni di scuola - aggiunge Silvia, 15 anni - il C45, anziché scendere verso scuola, è tornato verso piazza Garibaldi. La metà degli studenti che c’erano sono stati costretti a scendere in via Ariberto e farsela a piedi».

Dal centro a, in pratica, al confine del territorio comunale. Si capisce il senso di arrivare in auto per dare un passaggio alla liceale di famiglia. «So che in questi primi giorni di scuola, come è capitato alla compagne di mia sorella, ci sono state delle difficoltà», spiega Luigi Manca, studente universitario in Bicocca, automunito. In auto c’è anche un papà. «Mia figlia prende il bus di collegamento con Mariano - spiega Raoul Garbin, all’esterno del liceo Fermi - Settimana scorsa c’è stato un ritardo: un bus non sarebbe proprio passato. Speriamo che non sia così per tutti e cinque gli anni di superiori». Altro scenario, problemi simili. Piazza Parini, tra le fermate più centrali rispetto a piazza Garibaldi. «Mio fratello - racconta Elena Bersani - questa mattina non ha potuto prendere due bus, intorno alle 8: da Vighizzolo a Mariano. Ha dovuto prendersi un giorno di ferie perché sarebbe arrivato troppo tardi al lavoro. Per recarmi alla stazione di Cantù-Cermenate devo abbonarmi al C84: so che la U-3 è gratuita, ma le corse per me non sono sufficienti».

«Il C-84 è in orario - dice Aminata Thounie - Ma si potrebbe però spendere meno per il viaggio. Ho un integrato bus e treno, per andare da Cantù a Rovello Porro, che sono due fermate da Lomazzo, pago 81 euro al mese. Prima se ne pagavano 78».

Al capolinea, in piazzale Cai Cantù, i viaggiatori migrano da un punto all’altro. Alcune corse sono sul piazzale. Altre su via Manzoni.

L’arrivo a piedi

C’è persino chi è arrivato con le proprie gambe quasi da Mariano. «Da oltre Mirabello, sono arrivato a piedi perché non passavano più bus e adesso devo correre per andare all’altra fermata», dice Davide Vantaggiato. «I biglietti - si lamenta Anna Iddi - comunque sono troppo cari». «Prendo il C50 Cantù-Como, ieri il bus ad Albate è arrivato con 16 minuti di ritardo, alle 15.26 - dice Ange Sampan - gli autisti comunque sono gentili». Consolazione. «Il C86 che va ad Alzate, settimana scorsa, la corsa verso le 17, ha avuto un ritardo di due ore: è saltata la corsa perché ha avuto un incidente - chiude Monja Torchetti - Ho sempre paura di perdere le corse del C86. Hanno detto che ci sono pochi autisti». E a giudicare dall’odissea che coinvolge più o meno tutti, c’è da crederci a occhi chiusi. La sensazione, infatti, è che la coperta sia troppo corta. E diversi viaggiatori rimangono parecchio scoperti.

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