De Amicis, opposizione all’attacco. «Rifiuto immotivato sull’acquisto»

Cantù La lista “Noi con Pagani”: «Attivare un percorso pubblico, partecipato e trasparente». «È un’occasione storica per la città, offuscata dall’opacità dell’amministrazione comunale»

Cantù

L’attivazione di un percorso pubblico, partecipato e trasparente. Il rispetto delle indicazioni dell’assemblea cittadina, dalla quale è emersa l’esigenza di dichiarare l’ex collegio De Amicis bene comune e poi nessun accordo con soggetti privati «al di fuori di ogni controllo democratico».

Queste le richieste che la lista Noi con Antonio Pagani presenta all’amministrazione, ritenendo di interpretare il sentire comune del partecipato incontro pubblico convocato attraverso una raccolta firme. Il recupero del De Amicis, rimarcano, è un’occasione unica, che non può essere sprecata per prese di posizione da parte dell’amministrazione la cui gestione della vicenda viene definita senza mezzi termini «opaca, reticente e priva di trasparenza».

Il punto dopo l’assemblea

Il gruppo, ieri mattina, ha organizzato un incontro per fare il punto dopo l’assemblea. Assemblea, dicono, che non ha portato a nulla, quasi si sia trattato di una pratica burocratica da assolvere. In particolare, si sono ritenute offensive le parole del sindaco Alice Galbiati che, al termine della riunione, ha dichiarato che «l’amministrazione non potrà acquistare l’area e lo dico perché chi siede qui ha contezza di quello che l’amministrazione può fare e non po’ fare». Dagli interventi era infatti emersa la richiesta chiara e motivata che l’area ex De Amicis venga destinata a finalità pubbliche, culturali, educative e sociali, e quindi l’acquisto da parte del Comune per garantire tale futuro.

«Niente documenti o spiegazioni»

Valeria Borghi ha sottolineato la preoccupazione per una serie di criticità: «Prima fra tutte, la mancanza di trasparenza da parte dell’amministrazione comunale. Non sono stati forniti documenti ufficiali, né spiegazioni chiare. Non è stato annunciato alcun confronto né con il consiglio comunale né con la cittadinanza. Solo dichiarazioni vaghe e contraddittorie da parte della sindaca e dell’assessore regionale».

Il riferimento, ad Alessandro Fermi e all’ipotesi di una sede universitaria. «Qual è il vero progetto? - continua – Con chi si sta dialogando? E per quale scopo? Questi comportamenti non sono episodi isolati, ma si inseriscono in un metodo amministrativo preoccupante, fatto di silenzi, di chiusura, di ambiguità. Un muro di silenzio che alimenta dubbi legittimi: esistono forse trattative informali, portate avanti fuori da ogni controllo democratico? Noi crediamo che la trasparenza non sia un dettaglio secondario o una gentile concessione. È un fondamento della democrazia. Il confronto con la cittadinanza è un dovere istituzionale, non un optional da valutare a seconda delle convenienze». Le alternative esistono, e Antonio Pagani, in una lettera inviata al sindaco Galbiati, ha illustrato, cifre alla mano, la sostenibilità economica dell’acquisto dell’ex collegio. «La replica all’accusa di essere sognatori», rimarca Guido Calciolari. Il punto dunque, attacca Borghi «non è economico, ma politico. È la volontà politica che manca. È la chiusura preconcetta a impedire ogni possibilità di dialogo».

Oggi la replica del sindaco

Il De Amicis, punge Gigi Leoni, può essere un caso esemplare di rigenerazione urbana guidata da mano pubblica, a patto che si siano visione e assunzione di responsabilità e non ignavia e mancanza di coraggio nell’affrontare tale sfida. Il sindaco Alice Galbiati, interpellata, rimanda a oggi la propria replica, per valutare i contenuti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA