
Cronaca / Cantù - Mariano
Domenica 14 Settembre 2025
Donna sepolta senza nome a Chivasso: era di Cantù
Il giallo Era morta il 27 luglio 2024 per una malattia, i carabinieri non conoscevano l’identità. Poi la diffusione delle foto a Chi l’ha visto, e la scoperta: si chiamava Francesca Pirrone
Christian Galimberti
L’hanno riconosciuta dalle immagini diffuse da “Chi l’ha visto?”: amici e familiari concordano nell’affermare che è Francesca Pirrone, 47 anni, di Cantù, scrittrice, poetessa, studi in filosofia, la donna senza fissa dimora morta lo scorso anno a Chivasso, in provincia di Torino, città in cui si faceva chiamare Evelina Valle: uno dei tanti nomi falsi da lei - abituata a scrivere anche sotto pseudonimo - usati nel suo vagare per l’Italia. Un nome che nessuno poteva conoscere.
Il mistero
La donna misteriosa di Chivasso era morta il 27 luglio dello scorso anno. Per più di un anno, il suo corpo è rimasto in una cella delle camere mortuarie della città piemontese. Il mese dopo, era stato il Comune a darle sepoltura nel cimitero di via Favorita. Per lei, una targhetta dorata con incisa la scritta: «Persona sconosciuta, sesso femminile».
La donna, nel suo spostarsi da una città all’altra, era stata di volta in volta identificata dalle forze dell’ordine. Aveva lasciato nomi diversi in ogni città: da Mondovì a Susa, da Vercelli a Milano.
Nel luglio del 2024, una visita in pronto soccorso aveva sancito che la sue condizioni di salute erano ormai quelle di una malata grave, senza speranze. Dopo il suo decesso, per più di un anno si è cercato di darle un nome e un’identità. Motivo per cui i carabinieri di Chivasso e la Procura di Ivrea avevano deciso di diffondere le sue foto.

Della donna senza nome di Chivasso si è occupata in queste settimane la trasmissione di RaiTre di “Chi l’ha visto?”. E sono arrivate diverse testimonianze da Cantù e dalla provincia di Como. Secondo quanto ricostruito, la donna aveva vissuto anche in Inghilterra, a Brighton.
Appassionata di fotografia, suonava il piano e aveva conseguito il diploma come operatrice di shiatsu. Un volto notissimo a tanti eventi culturali anche della città. Ad esempio, aveva partecipato a un poetry slam al Teatro San Teodoro nel 2019.
L’anno prima, aveva contribuito alla messa in scena di “Follia”, sempre nel teatro comunale di via Corbetta. La passione per la letteratura le aveva fatto scrivere libri, anche con lo pseudonimo di Ravel Porto. Aveva ricevuto un premio al Salone di Torino. Era spesso in Sardegna.
Negli ultimi anni, in uno suo ritorno dall’Inghilterra, aveva smesso poi di rispondere anche ad alcuni amici. Via Internet, aveva condiviso le sue preoccupazioni.
Forse una crisi personale. Una situazione psicologica fragile. Il suo chiudersi in solitudine probabilmente non l’ha aiutata. Un finale di vita anche paradossale, se si pensa a come era viceversa attiva socialmente in ambito culturale.
Si attende solo il Dna
Dopo aver visto le foto, la madre, che aveva perso da tempo i contatti con la donna, si è presentata dai Carabinieri di Cantù per le pratiche di riconoscimento della figlia. Anche gli amici di Francesca si sono rivolti alla caserma di Cantù. Quindi, il contatto con i colleghi dell’Arma di Chivasso. Ora, soltanto l’attesa del test del Dna per la conferma scientifica.
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