Evasione e bancarotta fraudolenta: Arnaboldi interrogato per tre ore. Respinta la sua richiesta dei domiciliari

Cantù La maxi inchiesta fiscale che ha portato all’arresto dei due ex assessori Ferrari e Quintavalle

È stato sentito per tre ore dal pubblico ministero che l’ha iscritto sul registro degli indagati, chiedendone anche l’arresto con una ordinanza di custodia cautelare che aveva fatto molto rumore, l’immobiliarista canturino Fabrizio Arnaboldi, 52 anni residente nella “Città del mobile”.

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Il suo nome era comparso tra i quattro coinvolti nella maxi indagine del pm Antonia Pavan che aveva portato in carcere anche due ex amministratori di Cantù, ovvero Claudio Ferrari (entrato nella giunta di Tiziana Sala del secondo mandato, assessore all’Ambiente e all’Ecologia) e Giorgio Quintavalle che aveva fatto parte della giunta di Edgardo Arosio tra il 1997 e il 2002, con delega allo Sport e alle Politiche Finanziarie. L’ultimo arrestato – nel frattempo finito ai domiciliari mentre tutti gli altri sono ancora in carcere – era stato Luca Della Fontana (57 anni), ristoratore, anche lui nato a Cantù ma residente a Dumenza in provincia di Varese.

La guardia di finanza di Como contestava a vario titolo la sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e la bancarotta fraudolenta. Il contesto operativo in cui l’indagine si collocava riguardava la gestione di società che avevano operato esclusivamente nel settore immobiliare ed avevano concluso importanti operazioni di compravendita di terreni, realizzando ingenti profitti.

Lo schema illecito, secondo quanto ritenuto dalla Procura di Como, prevedeva che ciascuna delle società non versasse al fisco quanto dovuto e, prima che l’accertamento tributario potesse diventare esecutivo, venisse “svuotata” con il trasferimento delle disponibilità finanziarie in favore degli indagati ovvero di società anonime di diritto svizzero e ciò con il solo fine di non rendere possibile l’azione di recupero da parte dell’Erario. Società che poi venivano avviate verso il fallimento.

Arnaboldi aveva chiesto l’attenuazione della misura cautelare dal carcere ai domiciliari, istanza che era stata respinta. Nel frattempo, assistito dall’avvocato Paolo Camporini che si è unito a Emanuela Urzia, è stato sentito dal pm per spiegare la propria posizione. Interrogatorio che si è tenuto nella giornata di venerdì e che è durato tre ore, faccia a faccia in cui l’immobiliarista canturino avrebbe risposto alle domande in merito a quanto gli viene contestato.

La difesa, che nel frattempo aveva già chiesto anche l’intervento del Riesame, sta valutando in queste ore – all’esito dell’interrogatorio – la presentazione di una nuova istanza per i domiciliari.

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