Processo sui fallimenti immobiliari: sfilano i primi testi per Quintavalle

Cantù È accusato di reati fiscali con l’ex assessore Ferrari. Nel mirino «pagamenti distrattivi per 28.670 euro»

Si è aperto ieri, con una udienza fiume conclusa solo quando era sera, il processo a carico dell’ex assessore del comune di Cantù Giorgio Quintavalle, componente della giunta di Edgardo Arosio tra il 1997 e il 2002. Quintavalle è accusato dal pm Antonia Pavan di reati fiscali nell’ambito di un fascicolo più ampio che aveva coinvolto un altro ex assessore della “Città del Mobile”, Claudio Ferrari (che ha già patteggiato 5 anni). Sempre Quintavalle è stato accusato anche di bancarotta nell’ambito della vicenda che aveva riguardato la società “Forma Urbis”, con un ruolo di «concorrente estraneo alla gestione societaria».

Nel mirino dell’accusa, in quanto «amministratore di fatto» della società Acvasport Lario ssd, sono finiti i «pagamenti distrattivi per complessivi 28.670 euro». Soldi distratti al patrimonio della fallita “Forma Urbis” per presunte sponsorizzazioni per attività sportive che la procura ritiene invece non furono mai realizzate.

Quintavalle, assistito in aula dagli avvocati Arnaldo Giudici e Antonio Macheda, non solo si è sempre dichiarato innocente ma è stato anche l’unico tra gli indagati del voluminoso fascicolo nato dalle indagini della guardia di finanza comasca a scegliere la via del pubblico dibattimento. Ieri sono sfilati i primi testimoni e non sono nemmeno mancati i primi confronti tra pubblica accusa e difesa, sia in merito agli atti preliminari sia sulle deposizioni testimoniali. Il processo, insomma, dopo pochi minuti era già entrato nel vivo.

Il primo a parlare è stato il curatore fallimentare di “Forma Urbis”, che ha ricordato come tra i costi del 2014/2015 si trovò di fronte a uscite non giustificate di cui chiese conto a Ferrari: «Mi disse che erano per una consulenza per una piscina da realizzare a Fino Mornasco». In realtà, nelle tre fatture per Acvasport, «la causale era per sponsorizzazioni di attività regionali sportive, per premiazioni di atleti e per un evento a Limbiate».

Il brigadiere della guardia di finanza che lavorò al fascicolo ha poi fatto il punto dell’inchiesta: «L’indagine era molto più ampia, Quintavalle era solo una parte di questa – ha detto – Partimmo da una segnalazione di una banca, che aveva segnalato un bonifico da un milione di euro partito verso una società di diritto svizzero, poi arrivammo a coinvolgere altre società» arrivando a ricostruire il presunto giro illecito che coinvolgeva molti soggetti. «Ferrari e Quintavalle erano i principali artefici del sistema», ha detto il militare.

«Società del settore immobiliare avevano attività con società della grande distribuzione – ha raccontato il finanziere – Dopo le compravendite non versavano al fisco quanto dovuto per poi essere depauperate in favore di soggetti o di società di diritto svizzero». Udienza fiume, come dicevamo, che si è conclusa solo quando erano già passate le 18. Si tornerà in aula a maggio con tutti gli altri testimoni dell’accusa.

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