Finiti in Ticino i milioni dell’affare di via Paoli. E così gli svizzeri sequestrano case e contanti agli ex assessori canturini

L’inchiesta Sigilli a una decina di immobili riconducibili agli amministratori della San Siro Lake. Il magistrato elvetico indaga per riciclaggio

I proventi del maxi affare del terreno di via Paoli, ceduto per costruire il supermercato Aldi, sarebbero serviti per investimenti immobiliari oltre confine. E così la magistratura svizzera, ricevuti gli atti dell’indagine della Procura di Como sulle bancarotte e la presunta frode fiscale milionaria connessa anche alla vicenda del market tra Breccia e Camerlata, ha deciso di intervenire.

E ha messo i sigilli a tutte le proprietà immobiliari riconducibili agli ex assessori canturini Claudio Ferrari e Giorgio Quintavalle.

I sigilli alle case

Un sequestro milionario, se si pensa che ben quattro appartamenti si trovano a Morcote, in uno splendido palazzo sul lungolago di Lugano con vista proprio sul Ceresio. Ma sequestri sono stati eseguiti anche a Vacallo, a Mendrisio, a Carona. Alcuni degli immobili congelati dalla magistratura svizzera sono riconducibili alla PiùArch Engineering di Chiasso, di proprietà dell’ex assessore canturino Ferrari.

In buona sostanza, la magistratura elvetica vuole comprendere il flusso di denaro proveniente dalla Forma Urbis srl (fallita nel 2021) e dalla San Siro Lake srl. La prima società è considerata dalla Procura una società di comodo, tornata utile a Claudio Ferrari per concludere il maxi affare dei terreni dell’ex Fiorete (quelli che oggi ospitano l’Esselunga) di Fino Mornasco. Un’operazione che ha fruttato alla Forma Urbis un guadagno di quasi due milioni di euro. Di quei soldi un milione è stato girato verso la Svizzera, bonificato dalla società alla ticinese Bhc Investment per un fantomatico acquisto di ramo d’azienda per la gestione di energie rinnovabili.

I bonifici verso Chiasso

La San Siro Lake, invece, è la società che ha concluso l’affare per la compravendita dei terreni su cui oggi sorge l’Aldi di via Paoli. Anche in questo caso si scopre che, tra ottobre 2018 e aprile 2020, società riconducibile a Ferrari avrebbe effettuato 7 bonifici - per la somma complessiva di 2 milioni e 225mila euro - a favore di uno studio notarile di Chiasso, con sede in corso San Gottardo. Motivo: l’acquisto della Aeon sa, una start up giudicata innovativa dalla documentazione prodotta da Ferrari e soci. I finanzieri hanno scoperto però che la Aeon altro non sarebbe che una società Svizzera riconducibile agli stessi ex assessori canturini, visto che il ruolo di amministratore unico lo ha ricoperto Quintavalle.

Quel denaro, secondo la Procura di Como (l’indagine della Guardia di finanza è coordinata dal pubblico ministero Antonia Pavan) sarebbe stato sottratto al fisco. Da qui l’avvio di una rogatoria con la Svizzera, dove gli investigatori hanno deciso di verificare se esistono i presupposti per indagare i due ex assessori per riciclaggio. Ecco spiegati i sequestri.

Nel frattempo c’è da segnalare che il ricorso al Tribunale della libertà di Milano da parte degli avvocati di Ferrari, che hanno chiesto la revoca della custodia cautelare in carcere, pende da dieci giorni senza alcuna risposta. I giudici si sono riservati. E, solitamente, non è un buon segno per chi propone il ricorso.

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