Folla al Santuario per l’addio a Porro, pensionato travolto dalla roggia in piena

Cantù Tantissimi stretti ai familiari dell’uomo annegato. I Bentrainsema: «Sempre fra noi, come un coriandolo». L’omelia di don Afker: «Mario, non ti dimenticheremo»

«Insieme abbiamo reso la nostra Cantù un luogo di sorrisi per grandi e piccini: non possiamo che ringraziarti per quello che ci hai donato. Una sola promessa possiamo farti: quando sfileremo, lo faremo per te. O meglio, con te. Perché la tua anima ora è libera, come un coriandolo».

Così, con un messaggio letto dall’altare, i Bentransema - il gruppo di cui faceva parte - hanno voluto ricordare Mario Porro nel giorno del suo funerale. In un Santuario della Madonna dei Miracoli affollato, ieri, dalle 15, è stato dato l’ultimo saluto al 66enne.

Porro, elettrotecnico, giovedì pomeriggio è salito sul ponticello delle vasche di laminazione di via Mentana - ponte su cui non c’erano né cartelli di avviso né impedimenti fisici all’accesso - per girare un video alla piena.

Ma la struttura si è improvvisamente spezzata. Inghiottito dalla roggia Galliano, il suo corpo è stato trovato il giorno dopo già a Figino, nel Serenza.

«Ciao Mario, in questi momenti non c’è nulla da dire - il messaggio dei Bentransema letto da Mattia Galotta - siamo ancora tutti scioccati, ancora non ci vogliamo credere. “È tutto un incubo”: come il titolo del nostro carro dello scorso anno. Oggi, purtroppo, nell’accezione più negativa possibile. Noi Bentransema perdiamo un pezzo importante, una presenza costante, una figura sempre pronta ad aiutare il prossimo. Ci mancherà il tuo sorriso, la tua gentilezza. Il tuo modo di porsi, sempre, con grande rispetto. Talvolta con un passo indietro non dovuto».

Presenti anche tutti gli altri gruppi, rappresentanti del Comune e il presidente del Carnevale Fabio Frigerio, che, con i Bentransema, ha portato il feretro dall’altare al carro funebre. Alla famiglia è stata donata una piccola maschera realizzata da Porro, poggiata all’inizio della cerimonia sulla bara. Il Carnevale di Cantù ha perso senz’altro una sua colonna. «Ciao Mario - un altro messaggio dai carristi letto da Betty Gaffuri - “Mario, passami le chiavi”, “Mario, passami il martello”, e tu non ti sottraevi mai, e facevi tutto con passione. Anche perché gli altri conoscevano la tua mania per l’ordine e la pulizia: non sapevano dove fosse la roba. Ora che sei lassù illuminaci. Tu c’eri sempre al capannone, era la tua seconda casa. Ora la tua casa è vuota. Ma la tua anima, stai sicuro, sarà sempre con noi». E dopo un applauso di tutti i presenti: «Rimarrai sempre il nostro Mario, grande creatore di sogni».

In lacrime, come diversi altri presenti, il nipote, Gabriele Tartaglione. «Sono contento che siete qui in tanti, parlo a nome della sua famiglia naturale, in realtà la sua famiglia era quella dei carristi che gli hanno voluto bene. Porteremo con noi la sua voglia di scherzare e di ridere. Ricordiamolo tutti assieme, per favore».

«Mario non si era adagiato, è sempre stato attento in maniera particolare a tutte quelle necessità di parecchie persone - ha detto don Giovanni Afker nell’omelia - Si dava da fare, e questa è la prima caratteristica di una persona che rientra nel progetto di Dio. Si dava da fare per rendere più serene le persone che si rivolgevano a lui. Mario, sei sulla strada di Gesù. “Non ti dimenticheremo”, dicono i tanti che sono qui».

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