
Cronaca / Cantù - Mariano
Lunedì 15 Settembre 2025
Francesca chiedeva aiuto nei suoi video
Il caso La donna di 47 anni era poetessa e grande appassionata di musica. Da Cantù aveva iniziato a girare il mondo
Cantù
Apprezzata come scrittrice e poetessa sia dagli addetti ai lavori che dagli amici. Ricordata, in anni passati, come una persona solare: l’anima della festa. E come una grande appassionata di musica.
Francesca Pirrone, 47 anni, di Cantù, fino a pochi giorni fa era la donna senza nome sepolta nel cimitero di Chivasso, provincia di Torino, città doveva aveva vissuto, in un capovolgimento totale di vita, da senzatetto. In questi ultimi suoi anni, aveva vagato da una città all’altra. Molto, per lei, sembra essere cambiato dopo il lockdown mondiale della pandemia Covid-19. Quando una donna sorridente si è mostrata a tutti cupa e ansiosa.
Gli appelli dall’Inghilterra
Prima c’è la Francesca, al Salone del Libro di Torino, che sfoggia il suo bel sorriso nel ritirare il Premio Colline di Torino 2014, mentre viene ricordata dalla giuria la sua abilità nel comporre in quattro lingue diverse. Poi c’è un’altra Francesca, quella del 2020, che si sente perseguitata. In alcuni video che lei stessa aveva pubblicato su Internet in quel periodo, si rivolge al mondo chiedendo aiuto, con un volto trasfigurato.
Ha trascorso una parte della sua vita a Brighton, in Inghilterra. In un primo video del 2020, dice di essere in un ospedale inglese. «Faccio questo video per chiedere aiuto», dice, lamentandosi di non essere stata trattata nel giusto modo. Forse proprio il suo sentirsi perseguitata, lei che aveva scritto anche sotto pseudonimo, la spinge in questi ultimi anni a lasciare nomi diversi in ogni città: Mondovì, Susa, Vercelli, Milano. All’ospedale di Chivasso, quando viene ricoverata, è Evelina Valle. Ed è qui che muore nel luglio del 2024. Viene poi sepolta senza nome nel locale cimitero. Finché la Procura di Ivrea non diffonde le sue immagini, rilanciate dalla trasmissione di RaiTre di “Chi l’ha visto?”. La madre avvia la pratica del riconoscimento. Si attende ora solo l’esame del Dna. Tra i primi a volere ricordare Francesca, c’è uno dei suoi editori, Giuseppe Morganti, per cui aveva dato alle stampe un libro con lo pseudonimo di Ravel Porto. «Era una scrittrice molto brava - dice il titolare di Aiep Editore - Nella narrativa, lavorava molto sull’aspetto di suspence in modo originale, senza far capire cosa fosse reale e cosa verosimile. E lo faceva con meccanismi originali, diversi dagli intrecci basati su una storia d’amore o su un omicidio».
I ricordi canturini
A Cantù ha frequentato per un periodo alcuni amici in zona Pianella, in centro città. «Francesca mancherà, era l’anima delle feste: una persona solare, frizzante, con tanta voglia di fare», ricorda Davide Livio. Se ricorda di Francesca anche Fabio Nichetti. «Una vicenda davvero triste. Mi ricordo che, nel gruppo di amici, abbiamo parlato tante volte di musica, nelle sere passate a Cermenate. Le piaceva la musica di Syd Barrett»: il fondatore del Pink Floyd, scomparso poi dalle scene, per anni chiuso in un suo mondo. Un’uscita dai riflettori che per certi versi ricorda quella di Francesca.
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