Frode fiscale, Ferrari ricusa il giudice . E la Corte d’appello accoglie il ricorso

Bancarotta Si rifà l’udienza preliminare a carico dell’ex assessore. «Il magistrato ha anticipato la decisione finale»

Cambia il giudice che dovrà sentenziare sul caso delle presunte bancarotte, e relativa accusa di frode fiscale, a carico degli ex assessori Claudio Ferrari e Giorgio Quintavalle. La Corte d’appello di Milano, infatti, ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Davide Giudici, difensore di Ferrari. Il penalista comasco aveva chiesto la ricusazione del giudice delle udienze preliminari, Carlo Cecchetti. Il motivo è molto tecnico, anche se le conseguenze sono sostanziali.

Nel corso della prima udienza preliminare a carico degli imprenditori coinvolti nell’indagine sulle società - riconducibili allo stesso Ferrari così come all’ex assessore Quintavalle - che negli ultimi anni avrebbero portato a termine affari milionari salvo poi non pagare (secondo la Procura) quanto dovuto al fisco, il gup ha accolto una richiesta di sequestro a carico dell’imputato sulla quale il gip titolare (Massimo Mercaldo) si era dimenticato di esprimersi. La legge prevede che il giudice delle indagini preliminari, che valuta la presenza di «gravi indizi di colpevolezza» per emettere provvedimenti quali intercettazioni e, ancor più, custodie cautelari, sia diverso rispetto al gup, ovvero il magistrato che giudica in udienza preliminare.

Nel caso di specie, secondo la tesi del difensore di Ferrari, accolta dalla Corte d’appello, il magistrato nel disporre il sequestro preventivo non si sarebbe limitato a sottolineare la presenza di indizi a carico, ma sarebbe andato oltre richiamando il contenuto dell’ordinanza cautelare e della richiesta del pubblico ministero nelle quali si parla di «gravi indizi». Da qui la ricusazione del giudice, che costringerà ora la sezione penale a trovare un nuovo magistrato, verosimilmente un giudice del dibattimento visto che tutti i togati dell’ufficio gip si sono espressi su questo caso. I tempi per la decisione, dunque, si allungano.

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