Furto culinario alla Giubiana. Via pentola di risotto degli alpini

Cantù Il “colpo” mentre le penne nere erano impegnate a sfornare piatti. Il presidente, Moro: «È stato incredibile, ci siamo girati e non c’era più»

Alla fine, va riconosciuto che l’hanno presa sul ridere: se qualcuno si è preso la briga di portarsi via una pentola di risotto, si vede che era buono davvero. Buono da andare letteralmente a ruba. Non il famigerato caso di un ladro di polli, ma, in questo caso, ladro di luganega.

Durante il rogo della Giubiana, giovedì sera, gli alpini avevano preparato la tradizionale pietanza, da distribuire agli spettatori, arrivati a migliaia in piazza Garibaldi. Si sono distratti un attimo, mentre scodellavano porzioni una dopo l’altra, che alla fine saranno 400, e una pentola fumante piena di risotto era stata fatta sparire.

Piazza gremita

Ovviamente non si tratta propriamente del furto del secolo e non si mobiliteranno i migliori detective per mettersi sulle tracce dei responsabili, ma certo il livello di incredulità su quanto possa accadere durante una manifestazione che ha gremito il crinale come ben poche volte accade durante l’anno, con la giunta schierata, deve rivedere i propri parametri.

Il capogruppo degli Alpini di Cantù Settimo Moro conferma. Ma è successo davvero o è uno scherzo di carnevale un po’ in anticipo? «No, no – dice – è successo davvero. Eravamo impegnati nel distribuire le porzioni di risotto. C’era tantissima gente, tanta quasi quanto davanti al falò, e non ci siamo accorti di niente. A un certo punto ci siamo girati, per prendere un’altra pentola piena che si trovava alle nostre spalle. E non c’era più».

Roba da non credere. «All’inizio eravamo increduli – ammette – e poi piuttosto arrabbiati. Alla fine, però, l’abbiamo presa con filosofia, sul ridere».

Una burla?

Furto con destrezza o solo una burla, un dispetto? «Non saprei dire – continua Moro – io sinceramente spero proprio che se lo siano mangiato, anche perché era davvero buono. Ne abbiamo distribuiti 400 piatti e 20 litri di vin brulé. L’anno prossimo dobbiamo assolutamente organizzarci per prepararne di più». Le penne nere che l’hanno cucinato - Enrico Aiani, Roberto Tagliabue, Carluccio Broggi e Gianluigi Rimoldi con Carlo Borghi alle bevande – posso prenderlo come un complimento. Il rogo della Giubiana ha richiamato in piazza circa 3.500 persone che hanno assistito al rito di lunga tradizione. Giubiana che ha bruciato bene, chi ci creda si è portato a casa un buon auspicio per il 2024. Qualcun altro, più pragmatico, ha preferito portarsi via il risotto.

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