Gli ex assessori canturini accusati di bancarotta: a Chiasso i soldi anti crisi dello Stato

Il caso Raddoppiate le contestazioni mosse ai quattro indagati, tra i quali due ex assessori. I 250mila euro ricevuti per aiutare le imprese in difficoltà e finiti in Canton Ticino

Aumentano le contestazioni mosse dalla Procura agli indagati nell’ambito dell’indagine della Guardia di finanza di Como in merito alla gestione di società che operavano esclusivamente nel settore immobiliare concludendo importanti operazioni di compravendita di terreni, realizzando ingenti profitti.

Nei guai, colpiti da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, erano finiti anche due ex assessori del comune di Cantù, ovvero Claudio Ferrari (nella giunta di Tiziana Sala, secondo mandato, come assessore all’Ambiente e all’Ecologia) e Giorgio Quintavalle che aveva fatto parte della giunta di Edgardo Arosio tra il 1997 e il 2002, con delega allo Sport e alle Politiche Finanziarie.

Ancora un detenuto

Misura che aveva colpito anche Fabrizio Arnaboldi, professionista attivo nel campo immobiliare, 52 anni residente a Cantù, e da ultimo Luca Della Fontana (57 anni), ristoratore, anche lui nato a Cantù ma residente a Dumenza in provincia di Varese. Quest’ultimo era tornato libero quasi subito, dopo l’interrogatorio. Arnaboldi aveva ottenuto i domiciliari dopo aver parlato con il pm e Quintavalle dopo il Riesame. In carcere c’è ancora Ferrari.

In questi giorni a cavallo di Natale e dell’ultimo dell’anno la Procura ha notificato alle parti la chiusura delle indagini preliminari. Rispetto a quanto contenuto in origine nella misura cautelare, le accuse sono cresciute contenendo anche una serie di presunte false fatturazioni per un ammontare complessivo vicino al milione di euro (emesse dalla società San Siro Lake srl con sede a Cantù a favore della Immobiliare Paoli srl).

Ruoli e società

A risponderne sono stati chiamati Quintavalle, ritenuto essere amministratore unico della San Siro Lake dal 2016 al luglio del 2019, Della Fontana (amministratore unico sempre della San Siro Lake a partire dal luglio 2019) e Ferrari, che per la pubblica accusa era l’amministratore di fatto della srl.

Non è finita qui, perché nelle ipotesi di reato – che sono quasi raddoppiate, in numero, rispetto all’ordinanza originaria – c’è anche la presunta malversazione di erogazioni pubbliche, riguardante 300mila euro ricevuti dallo Stato tramite il Fondo di Garanzia per le Pmi (finanziamento da 150.000 euro ottenuto nell’aprile 2021, e altri 150.000 nel mese di giugno sempre del 2021) che avrebbero dovuto essere destinati allo svolgimento di attività di interesse pubblico, in particolare a sostegno delle piccole e medie imprese colpite dalla crisi economica successiva alla pandemia da Covid 19, e che invece – almeno per 250 mila euro – finirono con il confluire sui conti di uno studio legale di Chiasso per acquistare quote di un’altra società.

Lo schema

L’indagine originale aveva invece messo al centro dell’attenzione un presunto schema illecito che prevedeva che ciascuna delle società finite nella lente della Procura non versasse al fisco quanto dovuto e, prima che l’accertamento tributario potesse diventare esecutivo, venisse “svuotata” con il trasferimento delle disponibilità finanziarie in favore degli indagati ovvero di società anonime di diritto svizzero e ciò con il solo fine di non rendere possibile l’azione di recupero da parte dell’Erario. Società che poi venivano avviate verso il fallimento.

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