Gli installa un finto allarme: genero denunciato

Arosio Un uomo di 80 anni aveva affidato i lavori al compagno della figlia. Gli aveva pagato 1.300 euro, ma era un “pacco”

Arosio

Di solito si ironizza sulla suocera o sul suocero, di cui il genero sarebbe la vittima preferita, con tanto di aneddoti e battute di ogni tipo e genere che si susseguono da anni.

Ma in questo caso, la storia si è completamente ribaltata perché a finire con l’essere raggirato è stato il “suocero”, mentre a comparire sul registro degli indagati è stato il “genero”. Le virgolette sono d’obbligo, perché la coppia in questione non era sposata, ma il senso di fondo rimane lo stesso.

Già, perché in quel di Arosio, un uomo ottantenne (il “suocero” appunto) è stato truffato da quello che era il fidanzato della figlia, che avrebbe finto di installargli un antifurto che in realtà era letteralmente una scatola vuota, nemmeno collegato alla corrente.

Una scatola vuota

Un raggiro che – una volta scoperto – ha portato alla denuncia a piede libero alla Procura di Como del fidanzato, che ha 40 anni e che è originario della provincia di Salerno. Sulla vicenda hanno indagato i carabinieri della Tenenza di Mariano Comense che avevano raccolto la denuncia della vittima, ovvero un anziano di ottantenne che abita appunto ad Arosio.

Da quanto è stato possibile ricostruire, l’anziano aveva la necessità di installare nella propria casa un antifurto. Il fidanzato della figlia, appreso quello che serviva, aveva raccontato alla vittima di essere un elettricista e di essere in grado lui di adempiere a quel compito, collocando e attivando anche l’antifurto desiderato. Il tutto per la modica cifra di 1300 euro. Tutto bene, all’apparenza, fin quando l’anziano aveva poi deciso – qualche mese dopo – di revisionare l’impianto.

L’indagine

Ed era stato a quel preciso momento che il nuovo elettricista intervenuto, aveva fatto notare come non ci fosse nulla da revisionare semplicemente per il fatto che quell’antifurto non esisteva: la sirena non era funzionante, non c’era il combinatore telefonico e il tutto non era nemmeno attaccato all’impianto elettrico.

Dunque, in estrema sintesi, quello che c’era non aveva affatto il valore pagato di 1.300 euro. Per questo motivo l’anziano si era presentato dai carabinieri denunciando il compagno della figlia. Una indagine che si è conclusa in queste ore con l’individuazione e la segnalazione alla procura del sospettato ora accusato di truffa.

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