
Cronaca / Cantù - Mariano
Mercoledì 14 Maggio 2025
«Ha abusato della funzione di medico». A processo per violenza su una paziente
Novedrate Prima udienza In Tribunale a Como per il dottor Chreim Hussein, ancora ai domiciliari. L’accusa: «Ha costretto una giovane di 25 anni a subire atti sessuali». Lei si è costituita parte civile
Novedrate
Secondo la procura, con «violenza ed abuso della propria funzione di medico di base», avrebbe costretto una paziente di 25 anni a subire atti sessuali dopo che la stessa si era presentata nel suo studio per una visita, successiva ad alcuni dolori accusati all’inguine. Con l’accusa di violenza sessuale, si è aperto ieri mattina in Tribunale a Como il processo al dottor Chreim Hussein, di origine libanese e residente a Cernusco Lombardone (68 anni) oggi ai domiciliari ma all’epoca dei fatti attivo come medico di base nell’ambulatorio di Novedrate.
Le altre due posizioni
La giovane si è costituita parte civile in aula, assistita dall’avvocato Giuseppe Fadda, mentre l’imputato – che si è sempre professato innocente e che non ha scelto riti alternativi, dopo che la procura aveva deciso per l’Immediato – è stato rappresentato dal legale Gino Colombo.
Il medico era in aula. L’udienza, dopo gli atti iniziali, è stata poi rinviata a dicembre quando il pm Alessandra Bellù inizierà a chiamare in aula per le deposizioni i nominativi inseriti nella propria lista testi. Ad accusare l’imputato c’è una ragazza di 25 anni che si era presentata per una visita e che aveva raccontato di essere stata molestata e palpeggiata. Per questo motivo, con grande sangue freddo, era tornata nello studio di Novedrate registrando quanto avveniva, prova poi messa nelle mani dei carabinieri di Cantù che avevano avviato le indagini.
Nelle settimane successive a questo primo episodio che risale al mese di settembre 2024, altre due pazienti avevano riferito di metodi poco ortodossi del dottore. Ma a conclusione delle indagini, ed ora pure in aula per il processo che si è aperto ieri mattina, ad accusare il dottor Chreim Hussein è rimasta solo la prima ragazza. Accuse che tuttavia, sia nell’interrogatorio di garanzia di fronte al giudice delle indagini preliminari dopo l’esecuzione della misura, sia nella strategia processuale successiva che come detto non ha portato a riti alternativi, l’indagato a respinto con forza.
Toccherà dunque al Collegio del Tribunale di Como, presieduto dal giudice Carlo Cecchetti, fare luce si questa vicenda di presunti abusi sessuali. Al vaglio di questo complicato fascicolo ci sono soprattutto due visite mediche datate 11 e 16 settembre 2024. La ragazza aveva riferito di essersi recata nello studio di Novedrate dove si era trovata di fronte al medico che non conosceva, che aveva sostituito il precedente.
«Mi ha palpeggiato»
Stando al racconto, l’imputato non solo aveva iniziato subito a fare apprezzamenti fisici che nulla avevano a che vedere con la visita per un dolore all’inguine, ma aveva iniziato anche a palpeggiarla nelle parti intime con insistenza.
La giovane era poi tornata in ambulatorio solo pochi giorni dopo, per un problema legato alla febbre, ma questa volta aveva registrato tutto con il telefono cellulare. Un file che poi era finito nelle mani dei carabinieri e anche del pubblico ministero che aprì il fascicolo sul dottore di origine libanese. Medico che tuttavia, come detto, si è sempre professato innocente, respingendo le accuse e scegliendo di difendersi in aula senza alcun rito alternativo che potesse portare ad eventuali sconti di pena.
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