Il 25% dei ricoverati ha meno di 55 anni
«Coronavirus, sono tanti i casi gravi»

All’ospedale Sant’Anna gli under 55 sono 274, inclusi quelli in attesa - Il primario: molti hanno bisogno di ventilazione assistita - In corsia nove su dieci sono comaschi, 33 le dimissioni

Numeri sempre più alti e personale sempre più in difficoltà a causa del tour de force a cui è sottoposto. All’ospedale Sant’Anna crescono infatti i ricoverati e, di pari passo, cresce la stanchezza dei medici e degli infermieri.

I pazienti Covid ricoverati alla struttura ospedaliera comasca sono 179 nei reparti ordinari, il 40% circa dei quali ha bisogno della ventilazione forzata (dato di ieri mattina). Altri 14 sono seguiti nella Terapia intensiva compreso un paziente con una particolare ossigenazione extracorporea e il 75enne a cui è stato somministrato nei giorni scorsi il plasma iperimmune arrivato da Pavia.

Anche all’ospedale di Cantù in Rianimazione c’è un paziente ventilato e altri 14 si trovano nei reparti non intensivi mentre a Mariano Comense i casi considerati più lievi, venti. Nel conto totale dell’Asst Lariana, 274 ricoverati, rientrano anche 25 positivi in attesa al Pronto soccorso di San Fermo, i 19 in attesa a quello di Cantù e e i due monitorati in quello di Menaggio. Rispetto al giorno precedente si tratta di 11 letti occupati in più.

La prima settimana di ottobre i ricoverati in tutta la provincia di Como per Covid erano 15, adesso è stata superata quota 350. Medici e infermieri si dicono stanchi, sono sotto pressione. «Il virus è lo stesso - spiega il primario di Malattie infettive del Sant’Anna Luigi Pusterla - il Covid non è cambiato. Una quota rilevante di pazienti anche oggi necessita di ventilazione assistita e alcuni di essere ricoverati in Terapia intensiva. Come succedeva prima i giovani stanno in genere meglio rispetto agli anziani e chi ha patologie pregresse è più a rischio. Chi sosteneva che il virus si era indebolito e stava scomparendo ha commesso un grave errore. La pressione e il carico ora sono di nuovo riversati sul personale sanitario ospedaliero, medico ed infermieristico. Le uniche chiavi che abbiamo per uscire dalla pandemia sono distanza e mascherine. In Cina i casi sono sotto controllo, la loro reazione è stata diversa, qui abbiamo maggiormente scelto di tutelare la libertà invece che la salute». A giovedì tra i 204 ricoverati complessivi seguiti dall’Asst Lariana c’era un paziente di 15 anni, uno di 21, sei trentenni, 12 tra i 40 e i 45, e ancora trenta tra i 45 e i 55 anni, 21 tra i 55 e i 60, 38 tra 61 e 70, 47 sotto agli 80, 39 sotto ai 90 e oltre siamo a 9 pazienti. Dunque in percentuale il 10% dei pazienti Covid ha meno di 45 anni, il 25% circa meno di 55 e il 40% ne ha più di 75. Nove ricoverati su dieci seguiti dall’Asst Lariana sono comaschi: il 20% abita città e il 70% in provincia, il resto arriva dai territori limitrofi come Milano e Varese.

Concentrando l’attenzione sulle dimissioni ad ottobre, dunque dalla seconda ondata, hanno lasciato il Sant’Anna 33 persone. Di queste, però, sette erano state ricoverate a settembre e due ad agosto. Tra i dimessi in sei hanno meno di quarant’anni, figurano un giovane di 30 anni e uno di 25 che se la sono cavata con una settimana di ricovero. Dopo sei giorni è tornata a casa una persona di 48 anni. E ancora dimissioni per altri 11 ricoverati tra i 52 e i 59 anni, tre tra i 62 e i 66, cinque tra i 72 e i 78, tre tra 81 e 89 e quattro tra 93 e 96 anni.

Come spiegato le malattie pregresse unite all’età restano un fattore decisivo. Questo però non significa che i giovani siano al sicuro dalla malattia, salvo l’età pediatrica che al Sant’Anna non ha mai avuto bisogno di ricovero.

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