Il record del ciclista Gridavilla: 72 anni e per la venticinquesima volta ha corso la Gran Fondo Grimondi

Il personaggio Ciclista di Comense, Gs Villa Guardia e ora Aurora di Montano, ma veterinario nella vita. Con 270 maratone in “carriera” e un record speciale

Sostiene che il segreto di tanta longevità ciclistica sia merito quasi esclusivo della torta di riso che la moglie, assai premurosamente a dire il vero, gli prepara prima delle gare più impegnative. Non ce ne voglia la signora Elda, ma sospettiamo che Giulio Gridavilla, classe 1951 (sì, a novembre saranno 72) tanta forza in realtà ce l’abbia nelle gambe e, forse ancor prima, nella testa e nel cuore. Non si spiegherebbero altrimenti i 15mila chilometri percorsi ogni anno in sella alla sua bicicletta e le 270 Gran Fondo (sono le maratone dei ciclisti, mica il giro dell’isolato) portate a termine. Così, giusto per dare un paio di numeri.

Il segreto della moglie

Domenica scorsa, per aggiungere un altro pezzo di statistica, ha corso la Gran Fondo Gimondi di Bergamo (che quest’anno assumeva la denominazione di BGY Airport Granfondo) per la venticinquesima volta. Da quando è stata istituita, per intenderci, non ha mai mancato un appuntamento. Sveglia assai prima dell’alba a Cantù, dove risiede, viaggio in macchina fino al capoluogo orobico e, alle 7 in punto, eccolo sotto lo striscione, puntale come le zanzare d’estate. Sono soltanto 21 i fedelissimi di questa corsa, che lo speaker ha omaggiato della citazione prima di abbassare la bandiera a scacchi. Un’affezione frutto anch’essa, come ogni corda che muove i pistoni dei ciclisti, di un cuore grosso così. «La prima volta era il 1996, a Como c’era il Papa – spiega Giulio scavando tra i ricordi – Quando ho saputo che nasceva la corsa dedicata a Felice Gimondi mi sono detto che non potevo mancare. Nel 1965, ragazzetto o poco più, ero sul Galibier mentre Felice metteva una pietra importante sul Tour de France, che poi andò a vincere. Era il mio idolo, quel richiamo divenne irresistibile». E capitò, al Giulio, addirittura il privilegio di essere premiato proprio da Gimondi al termine di una delle edizioni in cui era riuscito a salire sul podio di categoria. Quando si dice i girotondi della vita.

«Ero emozionatissimo, gli dissi che ero un suo grande fan da sempre. E lui, immenso fino all’umiltà, quasi si scusò spiegandomi di aver sempre fatto il possibile, pur avendo avuto la sventura di incrociare sulla sua strada Merckx, il cannibale venuto dal Belgio».

Sul Galibier

Maturità classica al Volta di Como, laurea in Medicina Veterinaria a Milano nell’anno di grazia 1975, Giulio Gridavilla ha diretto il dipartimento veterinario dell’Asl di Como dal 1977 al 2016, prima della pensione. Ed ha sempre corso in bicicletta, rubando ore al sonno – che tanto c’è un sacco di tempo per dormire – e un po’ alla famiglia, seguendo le strade del suo cuore. «Il ciclismo è sempre stato parte della mia vita – dice – grazie a uno zio tifosissimo di Fausto Coppi che mi portava, già all’età di 9-10 anni, a vedere le corse. E lì sono rimasto: allievo, juniores, dilettante… ho vinto qualche gara con la mia amata Comense. Ma, alla fine, ho scelto lo studio».

Già, perché le ore sui libri sono difficili da conciliare con un’attività professionistica, soprattutto in uno sport che regala tanto ma pretende tutto. «Va benissimo così, sia ben chiaro – sostiene – perché ho continuato a fare le due cose che mi piacevano. Il veterinario e il ciclista amatoriale».

E che ciclista, verrebbe da aggiungere. Con la maglia del Gs Villa Guardia prima e del Gs Aurora Montano Lucino oggi, non si è limitato alle 25 Gimondi. Nel carnet ha 14 Gran Fondo dles Dolomites – che è un po’ come dire Monza per la Formula 1 – un numero imprecisato di Tre Valli Varesine, Nove Colli, Casartelli e via discorrendo. Dalla Liguria alla Romagna, dal Piemonte alla Toscana… «Un bel giorno mi sono messo a contare tutte le mie partecipazioni e sono arrivato a quota 270». Chapeau. E non è finita. A patto che la signora Elda continui a preparargli la torta di riso, si capisce…

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