Intervista al sindaco di Cantù: «Pensiamo alle regionali e ai grandi temi del 2023. Io ricandidata? C’è tempo»

Le parole Alice Galbiati: «Priorità a palasport Parini, tensostrutture, nuova arena, Canturina Bis, museo diffuso e ripensamento del centro tra De Amicis e Pianella»

Manca un anno e mezzo alla fine del mandato, ma, assicura il sindaco Alice Galbiati, gli ultimi tre, di anni, sono stati così intensi da valere doppio. E per pensare a un bis del mandato è presto: «A tempo debito vedremo. Pensiamo alle regionali prima. Sarà una decisione che prima di tutto dovrò prendere con la mia famiglia. Con una bambina piccola, che ha anche affrontato dei problemi, è stato molto impegnativo». Sempre in prima linea, come i colleghi di ogni colore e partito, in servizio permanente, anche quando passeggia per le strade spingendo il passeggino della figlia o va a comprare il pane, ricevendo qualche sparuto grazie e tutte le critiche e le proteste che i cittadini hanno in tasca verso i politici. La giacca da sindaco non si può mai levare, una volta messa sulle spalle.

Onestamente, non le viene mai di dire “ma chi me l’ha fatto fare”?

Praticamente tutti i giorni. Poi passa, ricomincia un altro giorno, affronti nuovi problemi e cerchi di risolverli. Perché è per questo che ti hanno votato le persone, per cercare di risolvere i loro problemi. E’ un impegno che mi sono assunta e lo porto a termine.

Il 2022 è stato finalmente, per buona parte, libero dall’incubo Covid. Qual è il bilancio di questi dodici mesi?

È stato un anno comunque complicato, perché le ripercussioni economiche della pandemia che temevamo si sono sentite in maniera importante e poi si sono aggiunte quelle dovute alla guerra. Qualcosa di inaspettato, nel 2022, impensabile, invece abbiamo una guerra in corso vicino a noi e le conseguenze, ovviamente, ci coinvolgono, con i rincari energetici, delle materie prime.

Gli effetti, sulle gare d’appalto, si sono sentiti.

Certo, quest’estate non riuscivamo a procedere con le asfaltature perché il prezzo era così volatile da non permettere di andare a gara. Lo stesso vale per il progetto delle due tensostrutture per l’attività sportiva, che finalmente siano riusciti ad approvare e nei prossimi mesi si potrà procedere. Un altro anno difficile.

Difficoltà che non sono terminate. Il 2023 come si prospetta?

Non abbiamo molte certezze per quanto riguarda gli aiuti dallo Stato. Ci saranno, ma non ne conosciamo l’entità. Ci siamo presi l’impegno di approvare il bilancio preventivo a dicembre proprio per consentire agli uffici di lavorare serenamente, non in esercizio provvisorio. Abbiamo tenuto fede alla volontà di non aumentare le imposte e le tariffe.

Il che ha richiesto tagli ad alcune voci.

Le ripercussioni sul bilancio ci sono, dobbiamo capire quanto lo Stato potrà venirci incontro, per sostenere un aumento di spesa di almeno 600mila euro. Per quello che riusciremo a fare, però, non vogliamo toccare le imposte, è un momento troppo delicato per andare a farlo scontare ai cittadini.

Il 2023 sarà l’ultimo anno intero di amministrazione, con il rinnovo nella primavera 2024. Quali sono i progetti in agenda?

Abbiamo tante opere in cantiere, sia figurativamente che parlando in senso concreto. C’è l’obiettivo di chiudere i lavori sul palazzetto Parini, lavori che ci ha fatto molto disperare, siamo fuori dai tempi previsti di un anno, non a causa nostra ma per le difficoltà affrontate dall’azienda con le materie prime. Poi, come dicevo, le due tensostrutture per l’attività sportiva. La Canturina bis, opera attesa e fondamentale, che perseguiremo con la Provincia e gli altri Comuni coinvolti. Basta girare per Cantù, anche in questi giorni di festa, per capire quanto la città sia congestionata e quindi quanto serva una strada che tolga traffico dal centro. E poi l’arena del basket, obiettivo di mandato, pur con la pandemia in mezzo, con Regione e le società.

Gli operai sono al lavoro in piazza in questi giorni di festa.

Si è appena aperto l’appalto della manutenzione del verde, al quale tengo particolarmente, perché voglio che Cantù si presenti al meglio, ai canturini e ai visitatori.

Quali sono le priorità sul tavolo della giunta a gennaio?

Andare incontro a bisogni dei cittadini, lo è da gennaio a dicembre. Dovremo capire come procedere al meglio. Dopo aver approvato il bilancio, nei primi mesi dell’anno avremo la possibilità di effettuare delle variazioni d’impatto, politiche, per rispondere alle esigenze dei canturini.

Ci sono anche progetti che coinvolgono il centro, di iniziativa privata.

Certo, sul comparto De Amicis. E sul castello di Pietrasanta, dobbiamo incontrare i proponenti per capire in che direzione vogliano andare e se ci vogliamo andare insieme. Ci siederemo a un tavolo, anche per valutare se inserire il Castello nel progetto del museo diffuso, progetto ambizioso che Cantù merita e merita sia affrontato con serietà.

Opere ambiziose, accanto alle quali ci sono le necessità dei cittadini alle prese con le bollette di luce e gas che non sempre possono essere saldate.

La priorità resta il cittadino, restano i bisogni della comunità. Ma se mentre ce ne occupiamo riusciamo anche a mettere a sistema i progetti singoli che stiamo attuando e predisponendo per dare un volto nuovo al centro di Cantù, allora potremmo cogliere un ottimo risultato.

Come è cambiata Cantù in questi tre anni alle prese con la pandemia e la crisi economica che ha innescato?

Credo che la città sia più consapevole delle proprie potenzialità. Cantù e i canturini hanno fatto quadrato attorno alla comunità nel momento della difficoltà più grande. Abbiamo avuto grandi risposte di solidarietà, chiunque poteva fare qualcosa si è reso disponibile. E siamo consapevoli che senza associazioni e volontari siamo persi, possiamo fare davvero poco. Serve la collettività. L’unione fa la forza, non è un motto fine a se stesso. I volontari, la protezione civile, hanno fatto sforzi incredibili. Questo sforzo di massa ha dato un’immagine di Cantù che rimarrà.

Tempi terribili che paiono lontani, ora che si è tornati alla normalità.

Sembra un film, di aver vissuto qualcosa al di là della realtà. Ricordo quando andavo al centro operativo comunale, le riunioni in cui ci guardavamo un po’ spaesati negli occhi, l’unica parte del volto che sbucava dalle mascherine, e non sapevamo come affrontare quello che stava accadendo. Ma ci siamo rimboccati le maniche e qualcosa di buono l’abbiamo fatto. E oggi, finalmente, siamo tornati a poter vedere, quando sorridiamo.

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