Jean Monnet, colpi di cinghia e sassate: rissa tra trenta studenti fuori da scuola

Mariano Coinvolte una quarta e una quinta. Probabilmente si tratta di una spedizione punitiva. Il ragazzo aggredito ha rifiutato le cure. Il preside Di Gregorio: «È inammissibile, farò denuncia»

«Andrò a presentare denuncia perché quest’azione è inammissibile a ogni livello sociale, ancora di più a scuola». Queste le parole usate dal preside Filippo Di Gregorio per condannare la lite passata dalle parole all’uso di sassi e cinghie che, ieri, ha coinvolto due classi appena fuori l’istituto superiore Monnet.

Un episodio su cui indaga la polizia locale che va verso la contestazione della rissa aggravata ai ragazzi che in gruppo si sono rivolti contro uno studente di quinta accusato di aver offeso uno di loro, subito difeso dai suoi compagni, allargando così lo scontro a trentina di alunni tutti identificati in via Santa Caterina.

Il ferito è un maturando

Questo l’epilogo di una lite scoppiata il giorno prima a scuola dove un alunno di quarta si è sentito offeso da uno studente di quinta superiore. Parole forse suonate come un affronto per il minorenne che ha minacciato il maturando, passando poi alle vie di fatto, dandogli appuntamento appena fuori il cancello d’ingresso dell’istituto dove ieri, intorno alle 13,40, è divampata la rissa purtroppo terminata con un ferito, il ragazzo di quinta che ha rifiutato le cure, mentre i compagni intervenuti in sua difesa sono rimasti illesi.

«Lesa l’immagine della scuola»

Questo almeno è quanto emerge da una prima ricostruzione dei fatti su cui indaga la polizia locale ieri intervenuta sul posto insieme ai Carabinieri. Proprio gli agenti del corpo municipale hanno identificato tutti gli studenti presenti, raccogliendo le versioni di ognuno per provare così a ricomporre il puzzle degli eventi che porta sempre più verso la contestazione della rissa aggravata gruppetto di alunni di quarta, per la maggior parte maggiorenni.

Pesa l’uso di cinghie e sassi usati a mo’ di arma in una lite presto notata da tutti i residenti e lavoratori della zona che hanno subito allertato le forze dell’ordine per richiedere il loro intervento.

«Io andrò a presentare denuncia perché questa azione lede l’immagine dell’istituto composto da tanti e bravi ragazzi» ha ribadito il preside Di Gregorio che non usa mezzi termini per condannare l’episodio.

«L’evento è avvenuto fuori, ma le cause sono maturate all’interne del plesso - ha aggiunto il dirigente scolastico - . Oltre alle conseguenze penali che avrà l’episodio, vista la sua gravità, sarà avviata dalla scuola un’azione disciplinare che è inevitabile: dire che saremo inflessibili è dire poco ma qualunque decisione prenderemo avrà finalità educativa perché non siamo un tribunale». Palpabile l’amarezza tra le parole di Di Gregorio per la prima volta chiamato a confrontarsi con un fatto che travalica il perimetro della ragazzata.

«Anche nei confronti dei ragazzi che hanno i peggiori comportamenti, anzi, soprattutto verso di loro, i nostri provvedimenti avranno sempre una rilevanza educativa» ha assicurato il preside.

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