La speranza nel volto di un’infermiera. Mariano omaggia le vittime del Covid

Evento Inaugurata nel parco Porta Spinola la stele dell’artista Catalano per i morti in pandemia. Il sindaco Alberti: «Siamo usciti da quel momento terribile grazie alla capacità di fare rete»

Il volto di un’infermiera che tiene testa alla minaccia del Covid per salvare un uomo che rivolge il viso verso l’alto, verso una luce di speranza che spacca i colori più freddi.

Questo è quanto raffigurato nell’opera “Per non dimenticare” realizzata dall’artista Anna Catalano e, poi, donata al Comune che ha scelto di alzarla all’interno del Parco Porta Spinola di Mariano. A pochi passi dall’omonima residenza sanitaria che per prima si è scoperta vulnerabile al virus, ieri, la stele è stata scoperta dal sindaco Giovanni Alberti.

«Il momento di ricordare»

«Penso che oggi sia il momento di ricordare quei giorni» ha aperto il discorso Alberti per la prima volta chiamato a confrontarsi pubblicamente con una delle pagine più difficili della storia attuale. «Tutte le nostre certezze sono all’improvviso scomparse: abbiamo perso la libertà, la sicurezza economica, il lavoro, i nostri affetti, riuscendo a uscire da quel momento solo grazie alla capacità del nostro territorio di fare rete tra amministrazione, volontariato e parrocchia, andando a casa della gente a portare la spesa, i farmaci e supporto perché nessuno rimanesse indietro».

Davanti alle figure di spicco di Stato e Regione, il pensiero di Alberti è andato ai cittadini, quelle stesse persone che hanno saputo adattare le trame delle rete di solidarietà alla sfida aperta dal Coronavirus, trovando un nuovo modo di fare comunità per superare il periodo. «Non dobbiamo dimenticare l’esempio che questa città ha dato nella reazione alla pandemia. E la risposta più importante è stata il centro vaccinale che ha rimesso in moto tutto il settore socio -economico del territorio - ha rivendicato il risultato Alberti - grazie ai sanitari e ai più di cento volontari di ogni associazione».

Palpabile l’emozione nel ricordare le persone scomparse in un periodo dove le norme di contagio imponevano la distanza persino nell’ultimo saluto a un proprio caro. «Se ne sono andati da soli, lasciando alle famiglie un senso di impotenza nel non poter fare quel percorso per accompagnarli nell’aldilà che può aiutare a superare la perdita» ha aggiunto Alessandro Fermi, assessore regionale all’Università, presente in rappresentanza di Palazzo Lombardia. Da qui l’appello del sindaco Alberti a non rendere vani quei momenti, non limitando la memoria a una sterile corona di fiori, ma dandole un basamento in cui affondare le proprie radici.

«Difesi i territori»

«Non possiamo non ricordare nell’anniversario dell’unità d’Italia che la nazione si fonda sulla difesa e valorizzazione dei territori» ha rimarcato Nicola Molteni, sottosegretario agli Interni. «E questa terra di grande capitale economico ha saputo resistere alla difficoltà grazie al grande capitale umano che la contraddistingue» ha aggiunto l’onorevole rivolgendo il suo sguardo a quanti indossavano una divisa del sociale.

«È importante investire sulla sanità pubblica e territoriale» ha chiosato Molteni seguito dalle note dell’Antico e Premiato Corpo Musicale Città di Mariano Comense.

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