
Cronaca / Cantù - Mariano
Sabato 04 Ottobre 2025
L’alluvione a Cabiate: «Colpite 600 famiglie, danni per 20 milioni»
Il bilancio Il sindaco sul nubifragio del 29 settembre
Cabiate
Cabiate, a quasi due settimane dall’alluvione, è un paese ancora pieno di cicatrici.
Le strade colorate del giallo del fango che le ha invase; sui muri delle case, il segno del limite raggiunto dalle acque (un metro e mezzo); davanti alle case, i cumuli di mobili, vestiti, arredamenti, elettrodomestici, giochi strappati alla furia dell’acqua ma ormai inservibili: tutto ricorda quel drammatico lunedì 29 settembre.
«Siamo già arrivati a cinquecento tonnellate portate nella vecchia discarica -dice il sindaco Maria Pia Tagliabue indicando la montagna, posizionata nel terreno a fianco al cimitero, e quella a parte per gli elettrodomestici distrutti dalla furia - È stato fatto da parte di tutti un lavoro meraviglioso. Tutti si sono rimboccati le maniche e, senza piangersi addosso, hanno tirato fuori dalle cantine, dai garage e anche dalle case, tutto quello che è stato distrutto».
Con il passare dei giorni si è sempre più capita l’enormità dell’evento: «È stata una valanga di acqua che ha rotto gli argini in via Grandi, all’altezza del posteggio ed ha invaso tutta la zona sottostante - spiega Tagliabue - Un terzo del nostro paese ha in pratica fatto da vasca di laminazione per bloccare l’ondata di piena. Per fortuna è successo in pieno giorno: se fosse stata notte non so come sarebbe andata a finire».
In via Grandi l’acqua ha anche invaso il palazzo municipale, in particolare l’ufficio tecnico (dove tutto è inservibile) e l’archivio (che era stato sistemato appena un paio di anni fa).
Adesso è arrivato il momento di fare la conta dei danni. E il sindaco in prima persona sta passando casa per casa per parlare con i suoi concittadini e per vedere a che punto sono i lavori di ripristino. La maggior parte ha già consegnato le dichiarazioni.
«Adesso siamo arrivati a quasi 500 domande, per un totale di danni che arriva ad una ventina di milioni di euro -riepiloga il sindaco - Complessivamente sono rimasti coinvolti 600 nuclei familiari: un terzo di quelli presenti sul territorio. Nessuno si è pianto addosso, ma adesso confidiamo nella dichiarazione dello stato di calamità naturale. Queste persone devono ripartire ed hanno bisogno di tutto».
Durante l’emergenza due famiglie sono state accolte al Centro Giovanile, con il parroco don Giovanni Piazza che è sempre stato in prima fila. «Dobbiamo ripartire e metterci alle spalle questa tremenda esperienza - conclude Tagliabue - E anche capire come fare per prevenire un altro episodio».
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