L’impresa di Cortese, 11 passi dolomitici in bicicletta. Per la causa del rispetto dei ciclisti

Il famoso cicloamatore canturino è da anni il testimonial della campagna

Silvia Cattaneo

Si è arrampicato su per 9mila metri di dislivello, pestando sui pedali per 130 chilometri e raggiungendo uno dopo l’altro undici passi alpini tra i più iconici e impegnativi a livello mondiale, che di solito fanno da sfondo a tappe del Giro d’Italia.

Ma Antonio Cortese non correva contro nessun avversario, il suo obiettivo non era arrivare primo ma sensibilizzare l’opinione pubblica perché la convivenza sulle strade tra ciclisti e automobilisti sia rispettosa e sicura. Da tempo ormai il canturino Cortese è testimonial della campagna promossa dall’Associazione Io Rispetto il Ciclista, promossa nel 2017 con Paola Giannotti, l’ex Campione del Mondo Maurizio Fondriest e Marco Cavorso, e dall’Associazione  Corridori  Ciclisti  Professionisti  Italiani, che ha visto l’affissione di cartelli in un numero sempre maggiore di Comuni del Comasco – e non solo - che invitano i veicoli a mantenere una distanza di 1,5 metri nella fase di superamento di un ciclista.

Ora ha deciso di andare in trasferta in Trentino Alto Adige e in Veneto, una trasferta impegnativa, per l’impresa “Tour for Safety”. La partenza, alle prime luci dell’alba da Pedavena, Belluno, ha visto Cortese superare il Passo Croce d’Aune, il Duran, il Giau scavalcando lo Staulanza, il Falzarego ed il Valparola per arrivare a Corvara, Bolzano, dove, ad attenderlo, c’era il sindaco Roman Crazzolara, al quale ha consegnato simbolicamente la borraccia del Museo del ciclismo del Ghisallo, un sorta gemellaggio tra luoghi delle due ruote. La seconda tappa ha portato Cortese ai passi Gardena, Sella, Fedaia e Valles, per poi concludere in cima al Passo Rolle, in provincia di Trento.

«E’ stato un viaggio epico – le parole di Cortese - coronamento di mesi e mesi di preparazione fisica e mentale. Ogni passo aveva la sua particolarità e difficoltà ma anche il suo fascino, Ho pedalato in uno scenario dalla bellezza travolgente. Essere qui non è stata solo una sfida ma è una poesia ed essere stato accompagnato man mano da molti cicloamatori lungo i tornati dei passi mi ha dato forza».

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