Lite sulle panchine rimosse a Mariano per impedire i bivacchi: «Indietro non si torna». «Scelta illogica»

Via D’Adda Il sindaco: «C’erano persone che bivaccavano e importunavano i passanti e i clienti». Conti: «Tolto un servizio». Pellegatta: «Si sono solo spostati». Tagliabue: «Disturbano lo stesso»

Durante la prima riapertura dei negozi dopo la pandemia erano un punto di appoggio per chi gironzolava con il caffè d’asporto in mano, per poi via via tornare a offrire la loro seduta tanto agli anziani quanto ai bambini all’uscita dalle scuole, salvo essere usate da alcune persone come bivacco.

Proprio per impedire questa situazione sono state rimosse una dopo l’altra le tre panchine che per anni hanno offerto un momento di sosta alle persone a passaggio nel centro storico di Mariano, in via Emanuele D’Adda, a pochi metri di distanza dal palazzo del Comune.

Alberti: «Effetti positivi»

Questo è quanto deciso dal sindaco Giovanni Alberti che, passato ormai l’inverno, promuove la soluzione così varata per contrastare gli episodi di molestia denunciati dagli esercenti. «Abbiamo raccolto una richiesta avanzata dai commercianti per problemi di ordine pubblico» motiva la decisione il primo cittadino che meglio esplicita l’obiettivo del provvedimento, ossia limitare i disagi legati alle «persone che bivaccavano e importunavano i passanti e i clienti delle attività».

Sette mesi dopo la sua adozione, Alberti promuove la scelta: «La decisione ha portato effetti positivi e quindi non si torna indietro».

Chiuso ai questuanti il salotto cittadino lo scorso inverno, ora una parte del centro perde un servizio, come denuncia tutto l’arco delle minoranze.

«È una decisione illogica perché togliamo un servizio, quello dato dalle panchine ai cittadini, per non risolvere il problema che si è spostato solo di qualche metro» interviene Simone Conti, capogruppo di Mariano 2.0 che invita a ripensare il modo di vivere il centro. «Si può far sì che gli spazi tornino a essere un luogo di incontro perché la gente si fermi, noi avevamo pensato alle sedie e tavolini sotto la biblioteca, per limitare questi fenomeni».

L’opposizione incalza

Parole raccolte da Chiara Pellegatta, capogruppo di Progetto Mariano Brianza, che fotografa con gli occhi la realtà creata dal provvedimento: «Ora si appoggiano alla cabina Enel e bivaccano lo stesso, come vediamo tutti i giorni: sono i controlli che mancano e la presa in carico di queste persone che, ci tengo a precisare, non sono mendicanti».

Da qui l’affondo: «Se vogliono occuparsi delle persone problematiche in questo modo dovrebbero togliere le panchine di tutta la città» aggiunge la consigliera che anticipa come ora che, mano a mano, le temperature porteranno i cittadini a vivere la città all’aperto, si noterà l’assenza del servizio. «Ne usufruivano anche i bambini dopo la scuola, uscendo dalla gelateria o gli anziani per riposare».

Sulla stessa linea Roberto Tagliabue, portavoce del Movimento Cinque Stelle. «Le persone che bivaccano si trovano ancora lì, semplicemente non si possono più sedere sulle panchine, si è reso solo un po’ più scomodo il loro ritrovo, ma se il disturbo c’era prima, c’è anche ora» chiosa Tagliabue.

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