L’ultima carezza di don Lino: «Siate umani»

Cantù Folla per il funerale dello storico prevosto

Cantù

Il feretro a terra, davanti all’altare: l’umiltà della condizione mortale dinanzi all’infinito. E l’umiltà è uno dei sentimenti che, con la fraternità e lo spirito di accoglienza, ha caratterizzato in vita don Lino Cerutti, prevosto emerito di Cantù, morto a 94 anni: nel giorno dei suoi funerali, è stato salutato da una folla che riempito il Santuario della Madonna dei Miracoli e il sagrato esterno.

«Siamo certi che regalerà a tutti noi un sorriso buono e uno sguardo incoraggiante», la convinzione espressa in un messaggio, scritto dall’arcivescovo di Milano Mario Delpini, letto all’inizio dei funerali dal vescovo ausiliario monsignor Luca Raimondi. «Mi sembra che don Lino voglia dirci: “Siate umani. Nelle relazioni, nella fede” - ha detto, commosso, il prevosto di Cantù don Maurizio Pessina - “Coltivate il dialogo e l’accoglienza di tutti, in modo particolare dei più bisognosi, degli altri, del diverso, dello straniero, dei più poveri”».

Un lunedì d’estate caldo e triste. Con i meravigliosi affreschi seicenteschi di Giovanni Mauro della Rovere, il Fiammenghino, a portare luce e colore all’altare. Colori parsi di un altro mondo, rispetto ad una giornata di palpabile tristezza. Sul legno della bara: la stola e la cotta. Simboli di una missione pastorale durata un’intera vita: 71 anni di sacerdozio, 41 di questi a Cantù.

Don Pessina ha ringraziato «le persone che sono state accanto a don Lino, passando questi ultimi giorni e queste notti con lui». I presenti hanno applaudito. E di nuovo hanno ripetuto l’applauso all’esterno, mentre il feretro, portato a spalla da vigili del fuoco e protezione civile, ha attraversato il sagrato e il vicino cimitero. Per giungere alla cappella dei sacerdoti.

Dopo tanta folla, una tumulazione intima, circondato dai sacerdoti della comunità pastorale.

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