Lux e San Teodoro: ipotesi di accordo
per i film di qualità

Cantù L’idea lanciata dall’Ad di Cinelandia Petazzi. Galetti (Mondovisione): «Pronti a confrontarci»

Cantù

Proporre cinema di qualità al teatro San Teodoro? Ipotesi suggestiva, anche se gli ostacoli sono parecchi. Riaprire lo storico Lux? Praticamente lo stesso scenario: ma in questo caso c’è la speranza che, bussando a Roma, si ottengano fondi per rimetterlo in sesto, riaprirlo e, soprattutto, per sostenerne l’attività.

L’unica certezza, per ora, è che la volontà di provare a restituire al centro di Cantù una sala cinematografica è forte.

Il tema è tornato attuale quando il Pd ha presentato una mozione per chiedere al Comune di verificare la possibilità di risollevare il sipario di una struttura storica di Cantù: il Lux di via Manzoni, chiuso dal 2019 dopo 70 anni di attività.

Mozione bocciata perché, avevano spiegato dalla maggioranza, il testo sollevava qualche perplessità: il Comune non può sostituirsi all’iniziativa privata.

Dal canto suo, l’amministratore delegato di Cinelandia Paolo Petazzi, proprietario del Lux, crede che ormai il grande schermo di via Manzoni abbia fatto il proprio tempo, «anche perché - ha avuto modo di osserfvare - l’investimento per la riapertura sarebbe importante. Penso quindi a una messa in sicurezza dell’immobile per farne un bosco verticale, portando del verde nel comparto per valorizzarlo. E poi puntare sul San Teodoro, un piccolo Lux già agibile, da inserire nel nostro circuito». Non tanto per proiettarci i kolossal hollywoodiani, quanto per ospitare i cosiddetti “film di qualità”.

Il vicesindaco Valeriano Maspero però rilancia sul Lux: «Per quanto riguarda il San Teodoro l’amministrazione non è l’interlocutore corretto - premette - dato che la sala, fino al prossimo anno, è affidata alla gestione della cooperativa Mondovisione. Per quanto mi riguarda, però, io credo che si debba continuare a cercare di rimettere in funzione il Lux, cercando linee di finanziamento».

Come il bando nazionale per il potenziamento del circuito delle sale cinematografiche e polifunzionali, pubblicato dal ministero della Cultura con uno stanziamento di 68 milioni di euro, destinato alla riattivazione di sale chiuse o all’adeguamento di quelle esistenti.

«Dobbiamo cercare di percorrere anche altre strade - aggiunge - per intercettare risorse per poter poi mantenere viva una proposta di questo tipo, un cartellone. Il tavolo del dialogo è aperto, non c’è nessuna preclusione».

Tavolo al quale è pronto a sedersi anche Dario Galetti, direttore del San Teodoro: « Mondovisione, col suo solido know how maturato in anni di lavoro culturale sul territorio, si mette a disposizione per supportare un’ipotesi realistica. Se davvero è viva l’esigenza di avere una sala cinematografica in città, siamo pronti a confrontarci. Ma ritengo che non sarebbe assolutamente semplice realizzare questa proposta al San Teodoro. Perché tutte le sere, fortunatamente viene da dire, abbiamo qualche appuntamento, dalla prosa ai concerti, i corsi, il cabaret. Inoltre un programma di film d’autore non può essere improvvisato, in passato abbiamo fatto un tentativo di cineforum in collaborazione con il Gloria».

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