Maltempo, 400mila euro di danni. «Cantù chiede lo stato di calamità»

Meteo pazzo L’assessore Cattaneo: «Danneggiate molte strade, faremo domanda in Regione». «Vighizzolo? Senza i lavori di Como Acqua sarebbe stato peggio». Ma funziona una sola vasca

Cantù

Case e negozi allagati, persino l’ospedale e il liceo Fermi, e strade dove l’asfaltato ha ceduto a causa della pressione nelle fognature: la conta dei danni dopo il violento acquazzone di sabato mattina su Cantù potrebbe arrivare a 400mila euro. Per questo il Comune intende aprire la proceduta per chiedere il riconoscimento da parte della Regione dello stato di calamità naturale, condizione essenziale per avviare la seconda fase e quindi consentire ai cittadini di accedere ai ristori per i danni subiti.

Tra le zone più colpite Vighizzolo, nonostante gli importati interventi di rifacimento e potenziamento della rete fognaria da parte di Como Acqua, che si sperava potessero essere risolutivi. Così non è stato ma l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Cattaneo si dice certo che «se non fossero stati eseguiti questi lavori i danni sarebbero stati molto peggiori».

Tanta acqua, ma...

Da una parte perché la quantità d’acqua rovesciata sulla cittadinanza in meno di due ore è stata enorme. Dall’altra perché non s’è potuto contare sulla decisivo azione d’alleggerimento delle vasche di laminazione di via Mentana, dato che solo una su tre è operativa. La prima è ancora sottoposta a sequestro da parte della procura, dopo la tragedia della scorsa primavera, quando Mario Porro, 66enne volontario del carnevale, era precipitato nella roggia gonfiata dal maltempo, venendo trascinato via dalle acque impetuose che non gli avevano lasciato scampo. La terza, invece, non è ancora completata. Sabato sera un commerciante di Vighizzolo, Martino Marelli, ha deciso che, nonostante ci fosse la Notte Bianca, lui non se la sentiva di partecipare. Il suo negozio, in via Toti, è rimasto chiuso, con un cartello appiccicato sulla serranda in un impeto emotivo: «Scusate, oggi Savoia non festeggia».

Troppo amareggiato quando, per l’ennesima volta, ha visto l’acqua lambire la merce. L’assessore Maurizio Cattaneo si dice dispiaciuto dei disagi subiti dai cittadini, ma anche certo che sarebbe potuta andare persino peggio: «Quello di sabato è stato un evento meteorologico straordinario, in un’ora e mezza sono cadute le precipitazioni di un mese, che hanno creato danni non solo in città ma in tutto il Comasco. Abbiamo subito gravi danni alle strade, un conteggio pari a 300/400 mila euro, per questo abbiamo avviato la procedura per richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale da parte della Regione».

Portata raddoppiata

Ma, assicura, «sono certo che senza i lavori eseguiti nei mesi scorsi, che hanno portato a raddoppiare la portata delle fognature in centro, il bilancio avrebbe potuto essere più grave».

A gennaio s’è chiuso il centro, piazza Piave, con un investimento da parte di Como Acqua di tre milioni di euro. «Da parte nostra – continua – c’è massima attenzione e monitoreremo la situazione, quindi chiederemo a Como Acqua se siano necessari ulteriori interventi. E cosa questo comporterebbe».

Le vasche di laminazione, riconosce, avrebbero potuto fare la propria parte: «La prima è ancora ancora sottoposta a sequestro e manderemo in procura la richiesta di svincolo delle opere. La terza non è conclusa e aspettiamo lo sblocco delle risorse per completare i lavori. Ma a questo punto l’obiettivo è farli ripartire per terminarli nei prossimi mesi».

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