All’ospedale di Mariano un altro rinvio per il blocco B: lavori fermi fino all’anno prossimo

Ospedale Felice Villa Ennesimo slittamento del contenzioso tra Asst Lariana e l’azienda appaltatrice. Il giudice ha chiesto un’integrazione sui costi. Il sindaco: «Tempi incompatibili con le necessità»

Si dilatano i tempi per far ripartire il recupero del blocco “B” dell’ospedale Felice Villa di Mariano.

Perché l’udienza necessaria a sciogliere i nodi legali che frenano la riqualificazione della palazzina ha di nuovo scalato il calendario della giustizia, rinviata al prossimo anno dal giudice del tribunale di Como. A dettare l’ennesimo posticipo, la richiesta di un’integrazione per determinare il valore delle opere realizzate sull’edificio per stabilire dove sta la ragione tra l’azienda sanitaria e l’impresa che si era aggiudicata i lavori di rilancio, di fatto, mai decollati tre anni dopo il loro avvio in via Isonzo.

Si trascina da quattro anni

La vicenda ha inizio ormai quattro anni fa quando l’Asst Lariana inaugura l’intervento voluto per restituire alla comunità una porzione dell’ospedale inagibile da vent’anni. Prima la pandemia, poi una differenza di vedute sul cantiere apre uno strappo con la Unyon Consorzio Stabile SCarl e Progress Impianti, l’associazione temporanea d’impresa che si è aggiudicata l’intervento da 6 milioni e 700mila euro. L’azienda sanitaria prova così ad affidarsi alla mediazione di un avvocato per ricucire la frattura che aveva bloccato i lavori in via Isonzo.

Carte bollate

A nulla è valso l’intervento del professionista tanto che la lite si è tradotta in una serie di carte bollate che hanno portato le parti a ricorrere al tribunale di Como.

Ma un anno dopo l’avvio del procedimento, non si è ancora svolto un dibattimento davanti al giudice, visto che l’udienza continua a scalare il calendario della giustizia, venendo di volta in volta rinviata. L’ultima data era fissata per il 6 novembre ma una verifica con l’azienda sanitaria ha permesso di scoprire l’ennesimo posticipo dell’udienza, questa volta dettato dalla richiesta da parte del giudice di un’integrazione per determinare il valore delle opere realizzate dall’impresa sul blocco “B”.

La conseguenza della querelle è sotto gli occhi di tutti i cittadini che si confrontano con l’edificio intrappolato da vent’anni nell’immagine di un eterno cantiere. Tutt’oggi puntellato dai tiranti per mantenerlo in piedi, il suo scheletro ricorda la genesi delle vicende della palazzina, chiusa non appena aperta per via di alcune crepe nei muri, come fotografato nel maggio del 2006 da Cittadinanzattiva. Da allora si sono susseguiti annunci e promesse fino allo stanziamento dei fondi statali e regionali per coprire i quasi 7milioni di euro per recuperare l’edificio, oggi bloccato nella lite legale.

«Questi sono i tempi della giustizia italiana, incompatibili con le necessità del territorio» ha commentato il sindaco Giovanni Alberti che, come tutti, da un anno attende di conoscere il pronunciamento del giudice. Solo dopo questo passaggio, infatti, l’azienda sanitaria potrà scegliere come muoversi per far ripartire i lavori necessari a riaprire una parte inagibile del presidio alla comunità del Marianese. Sempre che non si proceda per ricorsi.

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