Cronaca / Cantù - Mariano
Martedì 09 Dicembre 2025
Medico accusato di abusi sessuali. La sfilata delle pazienti al processo
Novedrate Udienza a porte chiuse a Como nel procedimento contro il dottor Chreim Hussein. Sentita la giovane di 25 anni parte civile e altre donne, che non avevano però fatto querela
Novedrate
In aula, davanti al Collegio del Tribunale di Como, si è seduta la ragazza che accusa un medico di base di abusi sessuali. Una udienza a porte chiuse, il cui contenuto delle dichiarazioni non è noto, ma che da quanto è stato possibile ricostruire non si sarebbero discostate da quello che la presunta vittima, costituita parte civile, aveva raccontato ai carabinieri in fase di indagine. E’ entrato nel vivo il processo a carico del dottore di origine libanese e residente a Cernusco Lombardone, Chreim Hussein (68 anni), che all’epoca dei fatti era attivo nell’ambulatorio di via Taverna a Novedrate.
Accusava dolori all’inguine
La vittima, 25 anni, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Fadda, aveva raccontato di aver subito atti sessuali da parte del medico dove si era presentata per una visita dopo aver accusato dolori all’inguine. Un controllo che secondo quanto la giovane aveva riferito, era però andato oltre. La stessa, era poi tornata una seconda volta nello studio medico di Novedrate registrando anche – con il telefonino – un file audio che è ora agli atti e che, secondo la tesi accusatoria, dimostrerebbe la veridicità delle accuse.
La giovane è stata sentita dai giudici del Collegio di Como, ma con lei si sono sedute a testimoniare anche altre pazienti di quello studio di Novedrate che erano state pure loro sentite dai carabinieri in fase di indagine ma che non avevano poi voluto formalizzare la denuncia querela.
Tocca ora alla difesa del medico
A testimoniare sono poi giunti anche gli uomini delle forze dell’ordine che condussero le attività, mentre dalla prossima udienza – in calendario prima di Natale – toccherà alla difesa del medico prendere la parola, portando in aula a deporre i propri testimoni. Anche perché, occorre ricordare, il dottore ora accusato non ha mai ammesso le contestazioni, scegliendo anche di non avvalersi di alcun rito alternativo e di arrivare a difendersi in aula in un dibattimento collegiale.
Il dottore sessantottenne era in aula. Secondo la procura, in un fascicolo coordinato dal pm Alessandra Bellù, con «violenza ed abuso della propria funzione di medico di base» aveva costretto la paziente a subire atti sessuali con la scusa di portare a termine la visita. La vicenda di cui stiamo scrivendo e le due visite incriminate risalgono all’11 e al 16 settembre del 2024.
La ragazza aveva riferito di essersi recata nello studio di Novedrate dove si era trovata di fronte al medico che non conosceva, che aveva sostituito il precedente.
Apprezzamenti e palpeggiamenti
Stando al suo racconto, l’imputato non solo aveva iniziato subito a fare apprezzamenti fisici che nulla avevano a che vedere con la visita per un dolore all’inguine, ma aveva iniziato anche a palpeggiarla nelle parti intime.
La giovane era poi tornata in ambulatorio solo pochi giorni dopo, per un problema legato alla febbre, ma questa volta aveva registrato tutto con il telefono cellulare.
Un file che poi era finito nelle mani dei carabinieri e del pm. Altre due pazienti, dopo questa segnalazione primordiale, nelle settimane successive avevano riferito di metodi poco ortodossi del dottore ma non avevano poi formalizzato le accuse, motivo per cui in aula come parte civile c’è solo la ragazza venticinquenne a sostenere accuse che il medico al contrario nega categoricamente.
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