Nasce l’unità operativa di Urologia e dal 2023 l’ospedale di Cantù cambia volto

SanitàIl primo passaggio legato all’apertura del nuovo blocco operatorio al Sant’Antonio Abate. Autorizzato l’accreditamento dei letti. Affissi i cartelli in vista dell’avvio della Casa di Comunità

Non mancheranno le novità, il prossimo anno, all’ospedale Sant’Antonio Abate, dalla nascita dell’unità operativa di Urologia all’avvio della Casa di Comunità. E la riqualificazione del pronto soccorso, un investimento da 1milione e 300mila euro.

L’anno passato in estate, dopo un’attesa durata un decennio e cinque complicati anni di cantiere, era entrato in funzione il nuovo blocco operatorio dell’ospedale cittadino.

L’obiettivo, utilizzare al meglio una risorsa importante, per consolidare il ruolo del presidio cittadino nella rete aziendale di Asst Lariana, nonostante le difficoltà nel reclutare personale medico e infermieristico che affliggono l’intero sistema sanitario lombardo e non solo. Si è partiti da Urologia.

Gli specialisti di questa branca, per la quale c’è sempre maggior richiesta, dalla scorsa estate hanno iniziato a operare anche in via Domea e l’obiettivo, come aveva anticipato il primario Giorgio Bozzini era cogliere l’accreditamento di nuovi posti letto, dopo che è stato aperto un ambulatorio di Urologia pediatrica.

Il via libera di Ats Insubria

Asst Lariana, lo scorso luglio, ha presentato domanda per avviare una unità operativa di Urologia costituita da un reparto di degenza dotato di 4 posti letto e da una macroattività di Day Surgery dotata di 2 posti letto, attraverso la conversione di 6 posti letto afferenti al reparto di degenza di Ostetrica e ginecologia e Chirurgia Ginecologica mininvasiva.

Proprio nei giorni scorsi Ats Insubria, a seguito del parere positivo espresso dalla Direzione Generale Welfare e dell’esito della valutazione istruttoria condotta ha concesso l’accreditamento. Una riorganizzazione che avviene senza che necessitino modifiche di budget. In questo modo si proverà a valorizzare un blocco operatorio nuovo – costato quasi 3 milioni e 200mila euro – che può alleviare la pressione sul Sant’Anna nel rispondere a esigenze crescenti per una specialità con elevata incidenza di patologia, visto anche l’innalzarsi dell’età media, e quindi di richiesta.

Le novità del nuovo anno

Intanto, all’ingresso da via Domea, sono comparsi i nuovi cartelli che annunciano l’avvio dell’attività della Casa di Comunità. Nuove strutture socio-sanitarie che entreranno a fare parte del Servizio Sanitario Regionale, previste dalla legge di potenziamento per la presa in carico di pazienti affetti da patologie croniche, al cui interno sarà presente una équipe multidisciplinare, con medici di medicina generale, specialisti, infermieri, altri professionisti della salute e anche assistenti sociali. Si lavorerà in sinergia con la rete delle farmacie e quindi struttura operatori saranno un punto di riferimento per la popolazione.

I due anni di pandemia hanno fatto emergere in maniera drammatica la necessità di rafforzare la medicina di prossimità, diminuendo la pressione sui pronto soccorso e aumentando il controllo sanitario locale.

La Casa di Comunità di Cantù, all’interno dell’ospedale Sant’Antonio Abate, dovrebbe venire attivata all’inizio del nuovo anno, poi, nel 2024, arriverà anche l’Ospedale di Comunità.

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