Polpette avvelenate per mettere ko i cani: i ladri preparavano l’assalto in due ville, ma temevano che gli animali abbaiassero

Sicurezza Otto bocconi lanciati nei giardini di via Monte Bisbino scoperti dai padroni. Presentata denuncia: indaga la Polizia locale. Nessuno degli animali ha ingerito il cibo

Otto bocconi al veleno per silenziare definitivamente i cani così da poter mettere a segno due colpi in due abitazioni distinte, ma confinanti, a Mariano. Questa è una prima ricostruzione di quanto accaduto in via Monte Bisbino dove due famiglie hanno visto diventare realtà l’incubo delle polpette avvelenate, trovando ognuna quattro esche nel proprio giardino, lanciate da mani ignote all’indirizzo dei loro amici a quattro zampe.

A raccogliere la denuncia sono stati gli agenti della Polizia locale oggi a lavoro per dare un volto agli autori del gesto entrati in azione alle porte del quartiere del mercato, in una traversa di via IV Novembre.

La ricostruzione

L’episodio risale a una settimana fa quando i padroni hanno notato delle palline sul prato, non tanto per il colore, che tendeva a mimetizzarsi tra le foglie verdi e marroni che si erano appiccicate tutt’intorno, ma per le dimensioni, visto che la circonferenza misurava tre centimetri per ognuna. Dopo aver verificato la salute dei propri cani, che forse avevano fiutato l’intenzione dell’esca, le due famiglie, vicine di casa, si sono subito rivolte al comando di via Sant’Ambrogio dove hanno presentato una denuncia contro ignoti agli agenti.

«Al limite della follia»

Proprio la Polizia locale ha ricostruito le finalità del gesto che puntava a silenziare gli animali, fosse anche fino alla morte, per poter agire indisturbati. Perché con ogni probabilità, l’obiettivo dei malviventi era poter agire senza attirare l’attenzione dei residenti, cosa che avrebbe potuto fare l’insistente abbaiare non di un solo cane, ma due, così mettendo a segno i colpi. Questa almeno è una prima ricostruzione su cui lavorano gli agenti impegnati sul fronte della sicurezza che si declina, non solo sul campo dei controlli alla viabilità o alle soste, ma spazia fino al contrasto di simili fenomeni.

Le polpette sono state sequestrate e inviate al laboratorio per identificare il veleno utilizzato, mentre gli agenti lavorano per dare un’identità alla mano che ha lanciato le polpette. «Siamo al confine della follia» ha commentato Marco Folloni, referente de “Gli amici del Randagio”, l’associazione che ha in gestione il canile cittadino. «Il consiglio è quello di perlustrare sempre le aree dove accede il cane, anche quelle più nascoste, perché il cane con il fiuto potrebbe trovare delle polpette che sfuggono alla nostra vista. E rimuovere sempre quel che non conosciamo dal prato siano polpette o altro» ha aggiunto Folloni pronto a dare dei consigli su come agire.

«È difficile che il cane non mangi niente quando è fuori, a volte non si fa nemmeno in tempo a dirgli di non farlo, che ha già qualcosa in bocca ma, nel caso malaugurato ingerisse una polpetta, c’è solo una cosa da fare: correre dal veterinario. Se possibile sempre con un campione di quello che ha mangiato o si sospetta abbia mangiato» ha proseguito Folloni condannando il gesto. «Ribadisco poi di controllare sempre, con un occhio in più, visto quanto accaduto, le aree dove si muove il cane».

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