Ponte Lambro, due casi di Covid
Chiusa la scuola media “Moro”

Didattica a distanza per le nove classi. Il virus fa ancora paura nell’Erbese

Un’altra scuola è in quarantena, questa volta a Ponte Lambro. I ricoveri al Fatebenefratelli non calano come ci si aspetterebbe, i contagi in città tornano a salire.

Sul territorio erbese la zona gialla è tale solo sulla carta: come ha certificato Ats Insubria, qui l’incidenza dei nuovi positivi è molto più alta rispetto a Como, Cantù e Mariano Comense. Le uniche buone notizie arrivano dalle vaccinazioni, che marciano spedite nell’hub di Lariofiere. Dopo l’Istituto San Vincenzo di Erba, che ha chiuso elementari e medie per la presenza di alunni positivi in almeno tre classi su otto, ora tocca alle medie di Ponte Lambro. Prima un alunno e poi un docente sono risultati positivi al Covid-19. I casi in sé sono pochi, il vero problema è che l’insegnante ha fatto lezione in diverse aule.«Come previsto dal protocollo sanitario - spiega il sindaco Ettore Pelucchi - è stata disposta la sospensione della didattica in presenza per tutte le nove classi delle medie, faranno lezione online per 14 giorni a partire dal 30 aprile. La struttura è già stata sanificata».

L’attenzione nell’Erbese resta molto alta. Stando all’ultimo rilevamento del 24 aprile, prima del ritorno in fascia gialla, Ats Insubria ha certificato a Erba un’incidenza di nuovi casi pari a 211 per 100mila abitanti: sono numeri nettamente superiori ai 133 di Como e ai 180 dell’area Cantù-Mariano Comense (basti pensare che 250 è la soglia della zona rossa).Venerdì 30 aprile a Erba si contavano 91 cittadini positivi al Covid-19; martedì i casi registrati erano 80. Non è un grosso aumento, ma il punto è che i contagi sono rimasti stabili o in lieve crescita quando ancora eravamo in zona arancione; da lunedì è in vigore la zona gialla, con le misure allentate il rischio dell’impennata è concreto. Venerdì 30 aprile nell’area Covid dell’ospedale Fatebenefratelli c’erano 48 pazienti ricoverati, di cui tre in terapia intensiva. Venerdì 23 aprile, sette giorni prima, i ricoverati erano 49: la situazione è insomma stabile, le dimissioni non sono veloci come ci si sarebbe aspettati.

(Luca Meneghel)

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