Progetto Canturina bis, dubbi dei giovani: «Il problema traffico viene solo spostato»

Mariano Comense Una serata organizzata dal Coordinamento per la mobilità sostenibile. Presenti tanti studenti degli istituti della zona, che chiedono soluzioni rispettose dell’ambiente

Aveva il volto di tanti giovani la platea raccolta per capire i motivi del No alla Canturina bis, la strada promossa dalle amministrazioni di centrodestra per accorciare la distanza tra Como e Monza. E non poteva che arrivare da loro la bocciatura a un progetto pensato 40 anni fa e oggi rispolverato per rispondere al problema del traffico che soffoca le città, realizzando un nastro d’asfalto che toccherà Cantù, Figino, Carimate e Mariano fino a snodarsi all’interno del Parco regionale delle Groane. Aree verdi che non possono essere sacrificate per il Coordinamento per la mobilità sostenibile che giovedì ha promosso l’incontro nel Circolo Pace.

Gli organizzatori

«La Canturina bis non è la soluzione al traffico perché non lo riduce ma lo sposta» ha detto il portavoce del coordinamento Matteo Aiani, motivando le sue parole coi numeri del piano di fattibilità. Quelli che fotografano 13mila 700 veicoli in più al giorno sull’asse viale Lombardia - via Milano, 2mila veicoli in più in via Per Cabiate e 1200 in via Santa Caterina. «E aumenterà il passaggio di auto anche su strade secondarie del Canturino» ha aggiunto Sofia Castoldi ricordando come l’aspirazione di snellire le code svanisca davanti al dato che le auto andranno più veloci di due km all’ora sulla nuova strada che impatterà sull’ambiente e le aree del “Parco regionale delle Groane”.

Costo di 47 milioni

Troppo poco per un’infrastruttura che costerà 47 milioni di euro per chilometro visto che la spesa totale per stenderne 7 è di 334 milioni di euro. Investimento che dovranno ripagare gli adulti di domani, ossia i giovani d’oggi che per questo chiedono di essere ascoltati dalla politica che si avvicina alle elezioni sia a Cantù che Mariano. «La Canturina bis è figlia di quella visione che ha portato il mondo a essere malato» spiega Francesco Azzetta di Figino. «Questa è una lotta emblematica per chiedere un cambio di rotta per trovare soluzioni più coerenti con il momento storico in cui viviamo, segnato dal cambiamento climatico». Posizione sposata da Giorgio Curioni e Antonio Cavalleri, rappresentanti d’istituto per il Liceo scientifico “Fermi” di Cantù, pronti a chiedere entrambi di cambiare quella visione di trasporto che vuole tutti seduti dietro al volante per offrire nuovi orizzonti al trasporto pubblico e la mobilità dolce. «Volevamo capire il progetto che impatta su un tema che tocca particolarmente la nostra scuola, il Fermi, perché la mattina è difficile muoversi a Cantù, ma questa strada porta solo più inquinamento» ha detto Curioni. Il no presto è diventato trasversale ai Comuni e all’età. Perché a bocciare il progetto è anche Davide Bossi che denuncia come il suo paese, Carimate, vedrà peggiorare il traffico che oggi non esiste, mentre Alberto Colombo, di Sinistra e ambiente di Meda, scende in campo contro il piano per tutelare quanto ottenuto con fatica, il riconoscimento del parco regionale: «Bisogna difenderlo in qualsiasi luogo ci sia un attacco o un tentativo di modificarlo».

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