Ramadan a Santa Maria? «Irrispettoso». Ma è scontro: «Troviamo una soluzione»

Il dibattito Dura presa di posizione del sottosegretario Molteni: «È una proposta offensiva». Pagani (Pd): «Autorizzate il centro di via Milano». Pavesi (Lavori in corso) chiede una deroga

Il sottosegretario di Stato all’Interno Nicola Molteni e la Lega definiscono la proposta irrispettosa. Francesco Pavesi, capogruppo consiliare Lavori in Corso, ritiene che sia meglio un luogo anche della comunità cristiana, ma diverso da una chiesa. Antonio Pagani, capogruppo consiliare Pd, ricorda che il posto più adatto per il Ramadan sia proprio il capannone di via Milano, e afferma che la proposta di Sergio Marelli dà comunque risalto in termini problematici a un tema da risolvere.

La proposta e le reazioni

Sono le reazioni all’indomani della proposta di Marelli, già presidente dell’associazione delle Ong italiane, di concedere la chiesa di Santa Maria per il Ramadan, in virtù del diniego del Comune, giunto anche quest’anno per la quinta volta - ogni anno, il Tar, ha poi concesso l’uso temporaneo - nel far utilizzare il capannone di via Milano, al centro di una contesa giudiziaria tra l’associazione che riunisce la comunità musulmana Assalam - che si rivolgerà, appunto, di nuovo al Tar anche questa volta - e il municipio stesso. «Aprire per un mese le porte di Santa Maria, ne sono certo, farà ripalpitare le sue vecchie mura alle preghiere innalzate all’unico Dio da cittadini di Cantù che altro non chiedono che il poter condividere la loro comunione di fede», le parole di Marelli.

Per Nicola Molteni: «La proposta di utilizzare la chiesa di Santa Maria a Cantù, per celebrare il prossimo Ramadan, è irrispettosa dei valori e della cultura occidentale. Ritengo dunque che sia una proposta offensiva, una provocazione irresponsabile nei confronti della città e della comunità cattolica canturina che non passerà: non abdicheremo mai a difendere i luoghi sacri della cristianità».

Anche Maurizio Facchini, segretario cittadino della Lega, diffonde una nota dopo le parole di Marelli: «Le coscienze dei canturini non sono affatto assopite ne tanto meno si scioccano di fronte alle “sciocchezze” che sono state proposte. La nostra non è propaganda politica, ma coerenza e convinzione nelle proprie idee nel pieno rispetto delle nostre radici cristiane. La Lega di Cantù non arretra di un passo: nel capannone tuttora abusivo non si prega. La chiesa di Santa Maria e tutti i nostri luoghi sacri restino unicamente simbolo della nostra Cantù cristiana».

Braccio di ferro

Ben diverse le valutazioni delle minoranze. Per Francesco Pavesi, civica Lavori in Corso: «Non vedo perché il Comune debba intestardirsi: sarebbe stato di buon senso che concedesse una deroga per poter far utilizzare per un tempo determinato l’immobile. Rispetto a Santa Maria, non andrei a usare una chiesa consacrata, ci potrebbero essere luoghi anche della comunità cristiana, anche non utilizzati, più adatti: si potrebbe attivare un dialogo e, se necessario, trovare insieme una soluzione.. Inoltre non deve essere certo un parlamentare della Lega a prendersi il diritto di parlare per la comunità cristiana», il riferimento a Molteni.

Per Pagani, Pd: «Molteni è da quindici anni che dice le stesse cose. Il tema è molto semplice: c’è già il posto, è l’immobile di via Milano, negli ultimi anni lì si è sempre fatto il Ramadan, e ritengo sia giusto consentirlo lì. Certo che quello che dice Marelli è un dare risalto in termini non provocatori ma problematici a un tema che bisogna risolvere. Se qualcuno vuole rispettare le leggi, che si paghino subito quei 49 milioni di euro», il riferimento ai rimborsi elettorali ricevuti dalla Lega Nord - dal 2017 c’è la Lega per Salvini Premier - tra il 2008 e il 2010 e da restituire allo Stato.

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