Cronaca / Cantù - Mariano
Giovedì 25 Dicembre 2025
San Vittore, Porta della Speranza. Il tocco di Riva 1920 sul nuovo ingresso
La storia Tra le imprese che hanno contribuito gratis c’è quella canturina. L’opera è stata realizzata dall’artista Michele De Lucchi, con legno di cedro
Cantù
La Porta della Speranza, davanti al carcere di San Vittore a Milano, firmata da Michele De Lucchi, con il legno di cedro del Libano della griffe canturina del mobile Riva 1920 - tra i partner coinvolti, con un ruolo di primo piano - che ha donato materiale e competenza artigianale al progetto.
La Porta è stata inaugurata in questi giorni, nell’ambito del progetto internazionale “Porte della Speranza”, dedicato al dialogo tra arte, comunità carcerarie e società civile, promossa dalla Fondazione Pontificia Gravissimum Educationis del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e realizzata dal Comitato Giubileo Cultura Educazione con Rampello & Partners, con il contributo di Fondazione Cariplo.
Davanti al carcere milanese
Le opere, installate davanti alle carceri coinvolte, diventeranno segni di passaggio e rigenerazione, rivolte ai detenuti e insieme all’intera comunità. In connessione profonda con il magistero di Papa Francesco che, all’inizio del Giubileo, aprì una Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia. E che trova forza nell’invito accorato di Papa Leone XIV, che nel Giubileo dei detenuti ha ricordato che «sono molti a non comprendere ancora che da ogni caduta ci si deve poter rialzare, che nessun essere umano coincide con ciò che ha fatto e che la giustizia è sempre un processo di riparazione e di riconciliazione».
«Idea del passaggio»
Due alti battenti semichiusi, privi di telaio, evocano un varco aperto all’ignoto. La Porta non distingue un dentro e un fuori. La soglia come spazio di cambiamento. «Le porte sono una forma che racconta - spiega De Lucchi - Racchiudono l’idea del passaggio. La Porta della Speranza è pura e solida presenza, senza muro: non separa, non conduce, semplicemente è. Dichiarare che la trasformazione è accessibile significa riconoscere che ogni passaggio può aprire uno spazio di consapevolezza, attesa e rinascita».
All’interno degli istituti di pena questa iniziativa darà vita a itinerari educativi, laboratoriali e pastorali per accompagnare le persone detenute in un percorso di crescita personale.
«La partecipazione di Riva 1920 al progetto nasce dalla convinzione profonda di voler contribuire ai valori e agli obiettivi del Giubileo 2025 - commenta Maurizio Riva - Abbiamo aderito con convinzione alle finalità del progetto, riconoscendone la dimensione simbolica e il messaggio universale di apertura e rinascita. A ciò si aggiunge un legame umano e professionale che dura da anni: il rapporto di amicizia che mi unisce al professor Davide Rampello (curatore artistico del progetto internazionale, ndr) e all’architetto Michele De Lucchi. Contribuire alla realizzazione della Porta della Speranza di Milano rappresenta per noi un onore e un atto di responsabilità».
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