Si alza il sipario sul museo diffuso. A Villa Calvi il basket è protagonista

Evento Ieri si è aperta la mostra dedicata alla Pallacanestro Cantù, con coppe e magliette. Presenti tifosi e tra i visitatori anche le vecchie glorie, “Pierlo” Marzorati e Giorgio Cattini

Chi entra perché vede scintillare la coppa dalla strada, chi nota le maglie del basket, chi pensa al palazzetto e chi - tutti - vuole il ritorno della squadra in A1.

Così l’umore a Cantù, città che per molti respira basket, con la Pallacanestro Cantù, settimana prossima, alle Final Four di Coppa Italia Lnp 2023 “Old Wild West”. E il palazzetto progettato da Cantù Next Spa, dopo la visita del ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi di domenica scorsa, che guarda verso la fase del cantiere, non appena sarà avviata e conclusa la procedura del bando di gara.

Tanta passione

Aria rilassata anche alla mostra aperta ieri in Villa Calvi, circa 100 visitatori nel primo giorno - tra questi, due ex del parquet quali Pier Luigi Marzorati e Giorgio Cattini - si ripete anche oggi, domani e martedì, dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17, ingresso libero. Le due Coppa Italia, riservate rispettivamente alle migliori squadre del girone di andata della Serie A2 e della Serie B, sono lì da vedere. La Final Four, settimana prossima, sabato 11 e domenica 12 marzo, organizzata proprio da Pallacanestro Cantù alla E-Work Arena di Busto Arsizio.

Al piano terra di Villa Calvi, il rito di girare tra maglie e trofei anche del passato è un preriscaldamento di tifo. Oltre alla Coppa Italia, ci sono anche una cinquantina di maglie, molte di queste della Pallacanestro Cantù. Epoca: dagli Anni Novanta in poi, con qualche chicca di decenni risalenti. Inoltre, le maglie delle Nazionali, e molto altro ancora.

Francesco Mi, colonnello dell’Aeronautica, per anni si è occupato proprio dei permessi degli atleti di pallacanestro che, in Aeronautica, erano impegnati, durante il servizio di leva, con lo sport. Compresi i giocatori in arrivo da Cantù. Al di là di questo: «È quasi doveroso che Cantù ritorni in A1, altrimenti vanifichiamo tutti gli sforzi che abbiamo fatto sino ad ora. Abbiamo speso milioni di euro per quel che non si è riuscito a realizzare in termini di palazzetto. Speriamo ora in un’opera di livello internazionale, come ci è stata presentata. La Pallacanestro Cantù ha una storia notevole».

«Bellissimi ricordi»

Peter Bignami, canturino espatriato a Londra per lavoro, gira tra le sale. «Ero di passaggio, ho visto la coppa in vetrina, le maglie di Cantù e mi sono detto: devo assolutamente vedere. Questi sono i ricordi della mia infanzia, quando avevo iniziato a giocare a basket, a Cantù, da bambino», dice. Andrea Maspero, tifoso: «Speriamo di riuscire a conquistare questo trofeo, anche se di A2 è sempre un trofeo. Quest’anno, ancora di più, speriamo nel passaggio di categoria. Le memorabilia qui in Villa Calvi sono un plus tra gli eventi, non fanno altro che sottolineare l’impegno della società».

Rocco Di Leo fa lo scaramantico. «Il palazzetto, finché non lo vedo costruito, non ci credo. La coppa, finché non la si vince, lo stesso», dice. Per Ernesto Farina, tifoso: «Andrò a vedere la finale di Coppa Italia. Speriamo di portare a casa anche questa coppa. Palazzetto: speriamo, adesso ci stanno mettendo la faccia persone del territorio. Sicuramente sarà la volta buona. Io ci spero».

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