Striscione della pace: guerra FdI-Lega. Riboldi: «Sindaco inadeguato, dimettiti»

Inverigo L’ex primo cittadino: «Opera dei bimbi senza valenza politica. Vincenzi ci ridicolizza». Duri anche minoranza, Pd e Cgil: «Atto incomprensibile e surreale avere imposto la rimozione»

Inverigo

«Si chiede al sindaco Francesco Vincenzi di presentare, senza alcun indugio, le proprie irrevocabili dimissioni, non rappresentando più la popolazione inverighese, ma solo se stesso». Nelle polemiche sulla vicenda dello striscione con la scritta “Pace”, eseguito dagli studenti delle classi quarte della primaria don Gnocchi di Inverigo ed appeso alla recinzione venerdì scorso, fatto togliere immediatamente, dopo una telefonata, dal sindaco, interviene il consigliere di Fratelli d’Italia, l’ex primo cittadino Angelo Riboldi.

«Scelta scellerata»

«Intendiamo dissociarci dalla scellerata scelta effettuata dal primo cittadino - aggiunge -, non solo per il grave danno procurato all’immagine della nostra amata località, derisa a livello nazionale, grazie a decisioni insensate e censurabili, ma anche perché evidentemente non è stata lo politica a permeare e a determinare la scelta di realizzare lo striscione, frutto del lavoro degli alunni».

Il consigliere di Fratelli d’Italia, uscito dalla maggioranza di centrodestra alcuni mesi fa, sottolinea che «lo striscione è privo di riferimenti e di dettagli politici e proprio per tale ragione la dicitura “Pace” si riferisce ad un bene prezioso, costituzionalmente ed universalmente tutelato. Ancora una volta - prosegue Riboldi – il sindaco dà prova della propria inadeguatezza, impulsività, incompetenza, incapacità generale nella gestione di qualsivoglia situazione».

“Inverigo 2021”

Interpellato sull’episodio il primo cittadino di Mariano, vice presidente della Provincia, Giovanni Alberti (anche lui della Lega come Vincenzi) non entra nel merito. «E’ una vicenda che riguarda Inverigo e penso che ognuno nel suo paese possa prendere le decisioni che vuole», il commento. Entra invece e non in punta di fioretto, la minoranza consiliare di “Inverigo 2021”.

«La decisione ha rappresentato per molte famiglie e cittadini un gesto incomprensibile e profondamente divisivo - dice Stefano Sironi -.Un atto che ha ferito la sensibilità di bambini, insegnanti, genitori e cittadini, nel nome di una presunta “sicurezza” e di “neutralità dei luoghi pubblici”». Il gruppo di minoranza parla poi di «una visione amministrativa rigida, verticale e poco dialogante, che non ascolta né le famiglie né gli operatori e rinuncia a cercare confronto, inclusione e collettività».

«Messaggio sbagliato»

Dura presa di posizione anche da parte di Cgil e Flc scuola Cgil Como. «Troviamo surreale che un sindaco trovi il tempo per far rimuovere uno striscione scritto da bambini di una scuola primaria - dice Roberta Capone, segretaria generale di Flc scuola Cgil Como -. Significa trasmettere ai ragazzi un messaggio sbagliato: che il conflitto prevale sul dialogo, che l’autorità viene prima dell’educazione, che la cittadinanza si impara obbedendo e non pensando. Il sindaco pensi ad un chiarimento pubblico, semplice e tempestivo, e al ripristino dell’iniziativa, con un incontro con la comunità scolastica».

Il consigliere regionale comasco del Partito Democratico, Angelo Orsenigo si chiede: «Il sindaco vuole proteggere i bambini dalla pace? Se scrivevano guerra andava bene? Non mi risulta che la parola pace sia pericolosa per la crescita dei bambini, anzi, proprio da loro dobbiamo partire per costruire un mondo senza conflitti».

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