Cronaca / Cantù - Mariano
Venerdì 24 Ottobre 2025
Studenti “smemorati”. Dall’Istituto Sant’Elia stop ai genitori tassisti
Cantù Troppe le chiamate per farsi portare materiale. Il preside Benincasa vieta la consegna durante le lezioni. L’assessore all’istruzione: «Concordo, ha fatto bene»
Cantù
Arrivare a scuola, magari quando non si sia ancora presa dimestichezza con questa faccenda di doverci andare tutti i giorni, aprire lo zaino, e scoprire che manca il quaderno, la merenda o le scarpe per l’ora di ginnastica. Può capitare, soprattutto ai più piccoli, e in soccorso arrivano la mamma o il nonno. Ma a quanto pare succede anche alle superiori, quando ormai, a scuola, ci si va da soli, magari guidando l’auto.
Così all’istituto Sant’Elia il dirigente Lucio Benincasa ha deciso, a titolo squisitamente educativo, di metterci un freno: d’ora in avanti il personale scolastico non è autorizzato a prendere in consegna materiale didattico e ogni altro tipo di effetto personale che lo studente abbia dimenticato di portare a scuola. E i colleghi degli altri istituti canturini, anche se non sono arrivati a tanto, si dicono d’accordo.
Non è una punizione
Nelle scuole primarie, alle prese con gli alunni più piccoli, questi divieti non sono così inconsueti. Nessun motivo punitivo, ma porte chiuse ai genitori per evitare che il personale debba improvvisarsi corriere da una classe all’altra. Senza dimenticare che la consegna in questione porterebbe alla continua interruzione delle lezioni. Ma soprattutto, un modo per educare lo studente ad abitudini di vita responsabili e mature, quindi, si legge nella circolare firmata dal dirigente a «preparare lo zaino la sera o comunque non frettolosamente, ricordandosi di portare tutto il materiale occorrente a scuola senza abusare della disponibilità del genitore».
Un provvedimento, assicura, che non è figlio di una situazione fuori controllo. Ma capita, e non di rado. «Un conto è la reale emergenza – dice Lucio Benincasa – verso la quale c’è sempre disponibilità. Ma di fronte al libro dimenticato, alle scarpe per l’ora di educazione fisica, abbiamo deciso di porre uno stop. Principalmente lo abbiamo fatto a scopo educativo, perché i ragazzi devono abituarsi al fatto che bisogna avere mente locale, essere concentrati su quello che serve per quello che si fa».
Una lezione di responsabilità. «Soprattutto in questa età – continua – è giusto dare autonomia ai ragazzi, ma questa autonomia va gestita fino in fondo. Se si abituano a pensare che di fronte a ogni dimenticanza accorre mamma a rimediare, acquisiscono una pratica che li danneggia. Invece le buone prassi apprese ora li accompagneranno per tutta la vita».
Le reazioni
Maria Anzani, dirigente del vicino liceo Enrico Fermi, si dice d’accordo: «Noi non abbiamo normato questi comportamenti perché capitano davvero raramente. Ma se fossero più frequenti agiremmo di conseguenza, dato che non solo rappresentano un disturbo improprio allo svolgimento delle lezioni, ma inoltre i nostri studenti, dato che sono alle superiori, devono essere responsabili del proprio materiale». Concorde Anna Proserpio, dirigente del liceo Fausto Melotti, che conferma che in via Andina non accade spesso ma nel principio «condivido quanto fatto al Sant’Elia». E vale anche per l’assessore all’Istruzione Natalia Cattini: «Sono pienamente d’accordo con l’iniziativa del dirigente, è un modo per responsabilizzare i ragazzi. Può capitare una dimenticanza, certo, soprattutto se il materiale è molto, ma se è arrivato a questo punto significa che questi comportamenti erano ormai ordinari. Un provvedimento utile, formativo ed educativo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA