“Villa” , chiusura forzata per la cucina. I pasti ora li prepara l’ospedale di Cantù

Mariano Comense - La carenza di personale è determinata da pensionamenti, aspettative e dimissioni. L’obiettivo è riportare il servizio in via Isonzo, appaltato all’esterno, entro il mese di ottobre

Mariano

La mancanza di personale dettata da pensionamenti, aspettative e dimissioni ha portato alla chiusura della cucina interna al presidio polispecialistico “Felice Villa” di Mariano. Questo è quanto spiegato da Asst Lariana che punta a riattivare il servizio, tre mesi dopo la sua sospensione, affidandolo a un operatore esterno.

L’obiettivo è ripartire con la preparazione dei pasti in via Isonzo nel mese di ottobre: nell’attesa, i piatti, serviti più ai dipendenti che ai degenti, visto che la realtà cittadina si è specializzata nelle attività ambulatoriali giornaliere, saranno assicurati dall’ospedale “Sant’Antonio Abate” della confinante Cantù.

La nota di Asst Lariana

A dare conferma della notizia è la stessa Asst Lariana attraverso una nota stampa. «Nel corso di questi mesi a Mariano ai pensionamenti si sono aggiunte due dimissioni e due aspettative e per far fronte alle carenze si è fatto ricorso anche ad un’agenzia interinale. Vista la forte difficoltà di reperimento di personale la direzione ha deciso di avviare l’esternalizzazione del servizio cucina (per tutte le altre sedi il servizio è già esternalizzato) e in questo scenario i dipendenti sarebbero poi assegnati ad altre mansioni» scrive l’azienda sanitaria che a inizio estate ha sospeso la cucina in via Isonzo.

Seicento pasti al giorno

L’obiettivo è arrivare a riattivare il servizio a Mariano con ottobre attraverso la strada dell’affido a un operatore esterno della cucina.
«Nel frattempo la selezione di personale è ancora aperta e la volontà è riaprire la cucina di Mariano nel mese di ottobre – prosegue l’Asst Lariana -. Fino a quel momento il servizio continuerà ad essere assicurato dal personale che lavora nella cucina dell’ospedale di Cantù».
Proprio l’ospedale canturino “Sant’Antonio Abate” sta gestendo i pasti anche per Mariano arrivando così a prepararne 600 al giorno.

La maggior parte dei pasti sono destinati al personale visto che il “Felice Villa” non è un ospedale ma un presidio che ha assunto negli anni una vocazione legata alla gestione dei pazienti che hanno terminato altrove la propria degenza, offrendo il servizio di fisioterapia e riabilitazione, garantendo l’apertura dello sportello ausili e protesi, ma anche diverse attività ambulatoriali.

Da qualche tempo ospita anche l’Ospedale di Comunità ossia un anello di congiunzione tra la parte sociale e sanitaria della comunità attraverso l’apertura dello “sportello unico del welfare”, un punto di accesso per cittadini e famiglie, specialmente per persone fragili, che risponde ai bisogni anche appoggiandosi ai Servizi sociali del Comune.

Il cantiere al blocco “D”

Lo sportello nascerà nel blocco “D”, ai più noto come la palazzina delle vetrate, oggi chiuso al pubblico perché oggetto di un cantiere di riqualificazione che, in primavera, lo riaprirà quale sede di ambulatori e medici grazie a un investimento di 2milioni 700mila euro coperto coi fondi europei del Pnrr.

Discorso diverso per il blocco “B” che da vent’anni aspetta di essere recuperato all’interno di un presidio dove, di fatto, a oggi un edificio e mezzo sui tre disponibili è chiuso all’attività sanitaria.

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