
Cronaca / Cantù - Mariano
Venerdì 26 Settembre 2025
Violenze e abusi nella casa per disabili. Arrestato un operatore sociosanitario
Cantù Tre episodi contestati nella Rsd “Eleonora e Lidia” di Fecchio a un Oss di 38 anni di origine rumena. L’accusa è aver costretto le pazienti ad assistere a film hard e ad atti osceni, andando anche oltre
Cantù
Due violenze sessuali aggravate ai danni di altrettante ospiti di una struttura per disabili di Cantù, con una terza vittima costretta non a subire molestie, ma a rimanere in silenzio di fronte ad altri atti sessuali di autoerotismo commessi davanti a lei.
Sono le pesanti accuse che la Procura di Como ha formalizzato ad un operatore socio sanitario di 38 anni che operava all’interno della residenza sanitaria per disabili Fondazione Eleonora e Lidia Onlus di via Sparta, a Fecchio.
L’uomo, Laurentiu Vlad Anton, più noto semplicemente come Lorenzo, è stato portato in carcere al Bassone di Como ed è ora chiamato a rispondere sia degli abusi, sia della violenza privata contro la terza vittima. La misura restrittiva della libertà personale dell’Oss è stata eseguita martedì mattina e l’indagato è già stato interrogato il giorno successivo.
Il fascicolo
Il fascicolo è nelle mani del pubblico ministero Giulia Ometto, mentre la misura cautelare è stata firmata dal Gip Maria Elisabetta De Benedetto. Tutti i fatti contestati sarebbero avvenuti in una sola notte, tra il 30 e il 31 agosto.
A portare alla luce l’accaduto sarebbe stata proprio una delle tre vittime, che avrebbe trovato la forza di raccontare quello che era successo ad altri operatori sanitari che hanno poi avvisato i vertici della struttura.
In poco tempo la storia è finita sul tavolo dei carabinieri della stazione di Cantù che hanno avviato le indagini, raccolto i riscontri, ascoltato le vittime, raccolto i referti degli ospedali e infine prodotto quella mole di documentazione che ha consentito al pm di chiedere e ottenere la misura cautelare in carcere che è stata concessa dal giudice.
Come detto, le contestazioni non riguardano un arco di tempo ampio bensì una singola notte alla fine di agosto. Sarebbero tre le vittime. Una ospite avrebbe subito palpeggiamenti e atti sessuali più spinti, una seconda – inquadrata sempre come violenza sessuale – palpeggiamenti e abusi dietro la minaccia di non rivelare niente a nessuno, proprio come capitato ad una terza ospite. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe agito da incaricato di un pubblico servizio, abusando delle condizioni di inferiorità psichica delle parti offese.
In un caso, il primo, l’uomo avrebbe prima attratto la vittima facendole vedere sul telefonino dei filmati hard, poi avrebbe iniziato ad approcciare la donna compiendo atti sessuali. Il secondo abuso sarebbe invece avvenuto in una camera della struttura.
Le minacce
Stando alle accuse, anche le minacce alla terza vittima – che non parlano di abusi sessuali – sarebbero state particolarmente antipatiche e per invitarla al silenzio l’Oss le avrebbe gridato: «Sei disabile, io negherò tutto».
La struttura che ospitava le tre donne – da quando è stato possibile ricostruire – si è subito attivata per aiutare le vittime, portando la prima ragazza dai carabinieri per la denuncia (già il 2 settembre) e dando in questo modo il primo impulso all’indagine venuta allo scoperto questa settimana con l’arresto del sospettato.
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