Bufera in Croce Rossa
Debito milionario a Como

Il Comitato tratteneva i soldi Areu. Dovrà restituire 400mila euro anche alla sede nazionale

Ci sono due anime inconciliabili, oggi, all’interno della Croce Rossa comasca. Da un lato l’anima dell’ex presidente del Comitato di Como, Matteo Fois, e dei suoi fedelissimi secondo cui i pesantissimi guai finanziari in via Italia Libera sono stati causati unicamente da «guerre fratricide che non hanno alcun senso». Dall’altro quella dei comitati provinciali che - forti dell’appoggio del presidente nazionale Francesco Rocca - contestano a Como di aver trattenuto negli ultimi anni centinaia di migliaia di euro incassati per conto altrui da Areu ma mai girati, oppure girati con molto ritardo.

Debiti anche con Roma

Sono due le cose certe: la spaccatura profonda nel mondo del soccorso comasco (che, comunque e a dispetto di ogni polemica, continua a garantire con passione il proprio servizio ai cittadini) e i grossi guai contabili che, a cascata, il Comitato di Como ha finito per scaricare sugli altri Comitati lariani.

Guai contabili che hanno costretto il consiglio nazionale della Croce Rossa ad anticipare in appena di tre mesi poco meno di 400mila euro a non meno di otto comitati lariani (Menaggio, Lurate Caccivio, Basso Lario, San Fermo, Montorfano, Triangolo Lariano, Grandate, Cermenate) che si sono ritrovati in crisi di liquidità a causa dei mancati ristorni dovuti da Como. Denaro che, ora, dovrà essere restituito alle casse romane dalla sede di via Italia Libera. Come anticipato sull’edizione di ieri, il presidente uscente («mi sono dimesso» ha scritto lui, salvo scoprire che una settimana prima delle sue dimissioni il Comitato era già stato commissariato) ha attribuito la colpa delle difficoltà finanziarie a quei Comitati (Cantù, Lomazzo, Uggiate Trevano e in parte Lurate Caccivio) che avevano deciso di rivolgersi alla magistratura per imporre a Como di pagare i soldi dovuti per i soccorsi d’emergenza, rimborsati da Areu. «Sono stati loro, con i pignoramenti pretestuosi, a creare il collasso finanziario» le parole di Fois.

Ben diversa la ricostruzione fatta da altre fonti accreditate - ma che hanno espressamente richiesto di restare anonime - all’interno della Croce Rossa. Secondo cui in realtà da anni Como avrebbe trattenuto indebitamente i contributi di Areu dovuti ad altri (non a caso sotto la lente del consiglio nazionale c’è anche il bilancio 2018 del Comitato comasco) e che la situazione sarebbe peggiorata (il debito conteggiato nel contenzioso legale aperto da Cantù, Lomazzo, Lurate e Uggiate ammonterebbe a circa un milione di euro) dopo le “operazioni immobiliari” volute da Fois. Il quale, in pochi anni, ha provveduto a ristrutturare la sede di via Italia Libera, trasferire in una nuova maxi centrale la sede di Lipomo e mettere mano anche a alla sede della Valle Intelvi.

La verità di Fois

«Chi sostiene questa cosa - è la replica dell’ex presidente del Comitato di Como - non è a conoscenza di come funzionano le cose. Le spese fatte per la sede operativa sono interamente rimborsate da Areu. In ogni caso tutte le sedi del nostro Comitato hanno avuto sempre bilanci in pareggio, ad eccezione di Lipomo che crea ogni anno utili importanti».

A spulciare tra i conti, le fatture, le entrate e le uscite della Croce Rossa cittadina sarà ora il commissario nominato dal presidente nazionale dell’associazione. In via Italia Libera arriva Adriano De Nardis, residente regionale della Cri in Lazio. A lui Roma ha dato poteri di amministrazione ordinaria e straordinaria, ma anche il compito - da qui ai prossimi tre mesi - di fare una relazione sulla situazione economico-finanziaria del Comitato di Como nonché di varare un piano che consenta il ritorno alla normalità.n 
P.Mor.

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