
Cronaca / Como cintura
Mercoledì 27 Agosto 2025
Cantù senza cinema, mozione urgente. «Confronto con la proprietà dell’ex Lux»
Il caso Documento del Pd per chiedere al Comune di aprire un dialogo con Paolo Petazzi. Caldera: «Rappresenta una risorsa importante per i tessuto sociale e culturale del centro»
Cantù
Nel 2019, dopo 70 anni da quel 28 novembre 1948 in cui un film con John Wayne aveva inaugurato le proiezioni, si era chiuso il sipario sul cinema Lux. Un addio malinconico non solo per gli amanti della magia della settima arte ma per tutti i canturini. Tra i tanti che hanno messo piede per la prima volta in un cinema proprio al Lux anche il consigliere del Pd Luigi Caldera, che ha depositato una mozione urgente nella quale chiede all’amministrazione di avviare una trattativa con l’attutale proprietà per verificare la possibilità, «eventualmente con il contributo del Comune, di rimettere a disposizione della città e dei potenziali visitatori una struttura che fa parte della storia di Cantù e che conserva notevoli potenzialità di servizio pubblico».
L’annuncio nel 2018
A dare l’annuncio nel 2018 che le luci si sarebbero spente per sempre, nell’ultima sala cittadina del gruppo Cinelandia - il cui amministratore delegato è Paolo Petazzi - dopo l’addio delle tre sale di corso Europa, era stata l’Immobiliare Fallini srl, proprietaria dell’immobile. Dopo una breve riapertura, i titoli di coda definitivi. Luigi caldera più volte, nel corso di questo mandato, ha sottolineato che l’obiettivo di rendere Cantù attrattiva non va perseguito solo con le grandi opere di nuova costruzione – come l’Arena o il Mo.Me – ma anche con il recupero e la valorizzazione di quelle esistenti.
Come il Lux: «Trattandosi di una struttura privata ma con notevoli riflessi di interesse pubblico – sottolinea Caldera - il recupero e la riattivazione per la piena fruibilità devono necessariamente essere realizzati tramite una compartecipazione pubblico/privato che garantisca l’equilibrio economico della gestione e, possibilmente, offra l’opportunità di una programmazione ispirata anche a criteri di qualità artistica e di calore culturale nonché di funzione sociale».
L’assessore alla cultura ...
L’assessore alla Cultura Isabella Girgi si dice disponibile ad aprire un confronto, ma si mostra anche pragmatica: «Ammetto di essere una grande amante del cinema e io stessa sento la mancanza delle domeniche pomeriggio al Lux. Ma se c’è stata una chiusura significa che l’imprenditore ha effettuato le proprie valutazioni e ha preso questa decisione. Noi a oggi non abbiamo ricevuto nessuna richiesta in merito, e se si desse forma a una proposta sostenibile sarebbe nostro interesse che potesse riaprire o giungere a un uso alternativo di quell’immobile. Ma il Comune non può mettersi a fare l’imprenditore, non è il suo ruolo».
...e quello al Marketing territoriale
Perfettamente in linea il vicesindaco Valeriano Maspero, che ha delega al Marketing territoriale: «Domanda che torna ciclicamente, e che spesso viene rivolta all’amministrazione. Ma la verità è semplice: un cinema non lo apre il Comune, lo apre un imprenditore. Il nostro compito è creare le condizioni: una città viva, attrattiva, con eventi, cultura e servizi che generano movimento. E Cantù, nei prossimi mesi, vedrà aprirsi progetti e opportunità che vanno esattamente in questa direzione. E allora il punto è: ci sarà qualche imprenditore pronto a raccogliere la sfida? Perché un cinema non è solo una sala: è un presidio culturale, un luogo di incontro, un segnale che la città crede nel proprio futuro. Noi mettiamo il contesto, il fermento e lo stimolo. Tocca a chi ha visione e coraggio trasformare questa occasione in realtà».
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