Cascina confiscata: «Tolta alla mafia
e ridata alla gente»

Fino Mornasco Ieri la cerimonia di inaugurazione dell’immobile, al termine di un percorso durato 20 anni. L’orgoglio del sindaco: «Viene affermata la legalità»

La fine di un percorso durato oltre vent’anni e l’inizio di una nuova vita per l’immobile di via Molinetto, d’ora in poi presidio di giustizia e legalità.

È stata una cerimonia molto sentita quella di ieri mattina, a Fino Mornasco, per l’inaugurazione della struttura confiscata alla criminalità organizzata e intitolata a Emanuela Loi, agente della polizia di Stato uccisa in via D’Amelio nel 1992 in quanto parte della scorta del giudice Paolo Borsellino. Dopo anni di degrado e abbandono, l’immobile ha ora un nuovo volto: al pian terreno è stata creata una sede distaccata del parco delle Groane, mentre al primo piano una sala polivalente a servizio della comunità.

«Una giornata davvero importante per il Comune di Fino Mornasco – ha evidenziato il sindaco Roberto Fornasiero -. Lo sarebbe per qualunque altro Comune, ma in modo particolare per il nostro, in virtù della storia di questo paese, dove la presenza dell’ndrangheta purtroppo è assodata da decenni. Oggi siamo qui per inaugurare un edificio confiscato all’ndrangheta e ristrutturato dal nostro Comune insieme al parco delle Groane e Regione Lombardia. La nostra volontà è quella di affermare la legalità nel territorio, che passa anche da momenti come questo».

Tante le istituzioni presenti all’evento: il prefetto di Como Andrea Polichetti, il questore Leonardo Biagioli, i comandanti provinciali dell’arma dei carabinieri Giuseppe Colizzi e della guardia di finanza Michele Donega, ringraziati per ciò che fanno quotidianamente per garantire la legalità sul territorio.

Rappresentata anche Regione Lombardia con l’assessore Alessandro Fermi e alcuni consiglieri, ma anche la Provincia con il vicepresidente Giovanni Alberti. Non poteva mancare il presidente del parco delle Groane Emiliano Campi, infine il Comitato 5 dicembre con il presidente Elena Daddi e i sindaci.

Mercoledì sera, proprio nel nuovo edificio, si svolgerà il consiglio comunale. «Questo bene è un’occasione di riscatto speciale, per la funzione a cui sarà destinato, che mette al centro la legalità a servizio del confronto democratico dei cittadini finesi – ha sottolineato il prefetto Polichetti -. Una piazza della legalità, baluardo della presenza attiva dello Stato e dell’amministrazione locale che intendono rafforzare insieme il senso di partecipazione dei cittadini».

«Un percorso lungo e faticoso, ma oggi è un giorno di festa non solo per Fino, ma per tutto il territorio comasco – ha aggiunto anche Fermi -. Il tema della lotta alla criminalità organizzata ha due pilastri: migliaia di uomini e donne in divisa insieme alla direzione investigativa antimafia che quotidianamente combattono e scovano chi passa la vita a rovinare quella degli altri. Il secondo è la cultura della legalità, che riguarda ogni singolo cittadino: abbiamo la possibilità di scegliere tra il bene e il male».

Emozionata anche Daddi, che ha evidenziato come «non dobbiamo limitarci a far rispettare le regole, ma dobbiamo far appassionare bambini e ragazzi al senso della giustizia e del rispetto di norme e autorità».

Il nuovo parroco di Fino, don Teresio Barbaro, ha quindi benedetto l’immobile. Tutta la manifestazione è stata accompagnata dalle note del corpo musicale Giuseppe Verdi di Fino Mornasco.

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