Cronaca / Como cintura
Martedì 30 Dicembre 2025
Caserta, 6 arresti per estorsione: un uomo era in hotel a Luisago
Luisago . Operazione dei carabinieri nei confronti degli affiliati al clan camorristico Ligato-Lubrano
Luisago
Era in un hotel a Luisago e, probabilmente, stava cercando di scappare in Svizzera ma lo hanno arrestato: faceva parte di un gruppo che era in procinto di compiere un atto intimidatorio nei confronti di un gioielliere che si era rifiutato di consegnare gioielli e un orologio Rolex del valore di circa 30mila euro, dopo peraltro aver già versato una tangente sempre in gioielli preziosi per 70mila euro. È l’accusa nei confronti di sei presunti appartenenti al clan Ligato-Lubrano, operanti nel Comune di Pignataro Maggiore e nell’area dell’alto Casertano.
Sono stati fermati dai carabinieri per i reati di estorsione consumata e tentata su ordine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Tra gli arrestati il 30enne Lorenzo Lubrano, figlio del capoclan Vincenzo, ucciso, e gli esperti affiliati Giovanni Di Gaetano e Luigi Messuri, già incarcerati in passato per reati di camorra. Il fermo, scattato proprio per evitare che il gruppo mettesse a segno l’azione violenta verso il gioielliere, è stato poi convalidato dai giudici per le indagini preliminari dei tribunali di Napoli e Como; uno degli indagati si trovava in un albergo a Luisago, Graziano Insidioso, 59 anni, stava cercando di fuggire in Svizzera.
Dalle indagini realizzate dai carabinieri della Compagnia di Capua, è emerso che i sei si sarebbero fatti consegnare dal gioielliere, in un arco di svariati anni - dal 2008 al 2023 - preziosi per un valore complessivo stimato di 70mila euro, tornando poi alla carica quest’anno, attraverso altre pressanti richieste di gioielli e Rolex; la vittima si è rifiutata di pagare e la richiesta è aumentata, arrivando a 50mila euro oltre i gioielli. Sarebbe stato Di Gaetano a ideare l’estorsione: l’esponente del clan, anche dal carcere, inviava i suoi uomini dal gioielliere, poi quando è uscito di cella si è presentato personalmente dell’imprenditore.
«Sai chi sono io» ha detto, ma il gioielliere non lo ha riconosciuto e ha denunciato. I carabinieri hanno eseguito anche delle perquisizioni nei confronti degli indagati, sequestrando la somma di 6.600 euro in contanti, 17 chilogrammi di polvere da sparo, un pugnale con lama di circa 20 centimetri e un tirapugni.
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