Casinò di Campione, si riparte da capo

Tribunale Dichiarare «inesistente» il decreto che aveva rinviato tutti a giudizio: erano stati omessi alcuni nomi

Campione d’Italia

La storia infinita del primo fascicolo che aveva posto al centro dell’attenzione il Casinò di Campione d’Italia e il Comune, quello con sedici indagati e undici capi di imputazione che avevano riguardato a vario titolo abusi d’ufficio (poi evaporati con l’abrogazione voluta dal Governo del 2024) e altre contestazioni nel frattempo prescritte, pare non voler proprio imboccare una strada che porti ad una soluzione definitiva della vicenda.

Nel corso dell’udienza di ieri di fronte al giudice monocratico, è stata infatti presa la decisione di dichiarare «inesistente» il decreto che aveva rinviato tutti a giudizio, e questo in accoglimento di una vecchia eccezione delle difese (riproposta ieri mattina) che aveva sottolineato un errore relativo al decreto, in cui erano stati omessi alcuni nomi di persone rinviate a giudizio.

Un passaggio che ha portato ad un braccio di ferro tra chi sosteneva la necessità di ricelebrare l’udienza preliminare, posizione che è stata poi accolta, e chi invece riteneva di dover integrare il decreto originario con gli altri nominativi.

Insomma, dopo capi di imputazione evaporati per prescrizione, altri per abrogazione, dopo un cambiamento di giudice dal Collegiale (come era previsto in origine) al monocratico, proprio in seguito ai due unici capi di imputazione rimasti in piedi, ecco che tutto torna all’inizio, di fronte al giudice dell’udienza preliminare, senza ancora una data fissata e con tempi che inevitabilmente si allungheranno (di nuovo) a dismisura.

Questo a discapito dei tempi della giustizia, ma anche degli stessi imputati (tra cui i due ex sindaci Roberto Salmoiraghi e Marita Piccaluga) che dovranno aspettare ancora molto per potersi difendere in aula.

Tra l’altro, nonostante si continui a definire questo fascicolo come il primo che aveva messo il focus sulle attività del Casinò di Campione d’Italia, ormai della casa da gioco non è rimasto praticamente nulla: i due ipotetici reati rimasti in piedi sono riferiti principalmente al Municipio, e citano presunte false attestazioni contabili dell’ente nell’approvazione dei rendiconti di gestione per gli anni dal 2012 al 2017, e altre attestazioni (anch’esse ritenute false dall’accusa) relative conferimento dell’immobile comunale di Villa Mimosa al Casinò.

Due ipotesi sulle undici originarie, con otto indagati su 16 rimasti, che ancora – dopo anni ed anni di battaglie – dovranno attendere la fissazione dell’udienza preliminare cui il fascicolo è stato di nuovo rinviato.

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