Casinò, salgono gli incassi: «Ma non sono abbastanza»

Campione d’Italia L’allarme nella relazione dei commissari del tribunale. A rischio il piano di rientro. Il sindaco: «Restiamo moderatamente ottimisti»

Il Casinò nei prossimi dodici mesi deve mettere in cassa 60 milioni.

I commissari giudiziali nella loro relazione semestrale certificano il rispetto del concordato utile ad uscire dal fallimento per il 2023. Il totale dei ricavi macinati dalla casa da gioco al 31 dicembre ammonta a 50 milioni, più del previsto, gli ingressi sono stati 256.712 contro i 208.312 del 2022. Un bilancio che però rischia di non essere sufficiente per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2024.

«I ricavi da gioco si attestano nel 2023 con una crescita di circa il 20% rispetto all’anno precedente – si legge nella relazione - nonostante il dato positivo, non sembra tuttavia del tutto centrato l’obiettivo del piano per raggiungere nel corso del secondo anno il fatturato atteso. Un elemento da tenere in considerazione, anche in vista del 2024 (periodo in cui il piano prevede il realizzo di ricavi per 60 milioni di euro, con un altro scatto di crescita del 20%) è il fatto che i ricavi da gioco sono cresciuti nel secondo semestre, rispetto al primo, solo del 2,2%».

Incassi saliti di poco

Il conto totale inoltre sembra essere gonfiato dal periodo natalizio, che ha portato a buoni incassi e senza il quale si prefigura un sostanziale ristagno dei ricavi. Resta il fatto che per ora il Casinò ha tenuto fede alle aspettative, anche per quanto riguarda il pagamento dei debiti. Serve però una marcia in più, non basta il nuovo servizio di ristorazione, occorre potenziare secondo i commissari il poker e il gioco online. Come pure «la ristrutturazione di una parte dell’immobile per l’apertura di una galleria commerciale, con spazi da affidare a terzi», una novità della quale si parla senza esito da anni.

Ci sono poi diverse vicende spinose da affrontare. Per esempio il procedimento penale davanti al tribunale di Como per condotte di bancarotta contestate ai precedenti organi di amministrazione. E ancora il procedimento della Corte dei Conti per la nomina di Marco Ambrosini, l’ex amministratore unico che è stato citato in giudizio dai vertici attuali del Casinò perché ha maturato la pensione durante il suo incarico, un fatto non concesso dalle normative.

«In arrivo migliorie»

Infine la richiesta di oltre dieci milioni, datata dicembre 2023, indirizzata a Elisabetta Brugnoni, Giulia Pusterla e Sandro Litigio, nominati curatori fallimentari subito dopo il crack della casa da gioco nell’estate del 2018. Il licenziamento disposto per tutti gli ex dipendenti avrebbe creato danni alla casa da gioco.

«Si può essere moderatamente ottimisti – commenta il sindaco Roberto Canesi – alcune nuove migliorie, dalla ristorazione al poker a nuovi eventi, sono in partenza. Altre, la parte commerciale a pian terreno, non sono invece nelle immediatezze. Certo il 2024 è sfidante. Ci sono anche fattori esterni da calcolare, la congiuntura economica non è delle migliori. Ma anche non riuscissimo a raggiungere i 60 milioni di ricavi l’essenziale è che il Casinò abbia risorse sufficienti per saldare i debiti, come sta facendo anche anticipando alcune somme».

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