«Con il doppio trapianto inizia la mia seconda vita». E ora si cerca la famiglia di chi ha donato per dire grazie

Fino Mornasco Mirko Gaffuri, 50 anni, ha ricevuto pancreas e un rene. Era in dialisi da tre anni. La compagna: «Questo è il dono più grande»

«Donare è il verbo più bello, insieme ad amare. Un ragazzo, o ragazza, è stato colpito da una tragedia, ma continuerà a vivere in Mirko e in altri corpi. Credo che un regalo come quello che ci è stato fatto possa solo portare cose positive: chi dona la vita fa una cosa enorme e noi saremo per sempre grati».

Mirko Gaffuri, dal letto d’ospedale del Niguarda di Milano, ora può dire di essere nato due volte. La prima è il 13 aprile del 1972, la seconda è il 23 novembre 2022.

Già, perché quattro giorni fa, il cinquantenne di Fino Mornasco è stato sottoposto a doppio trapianto e ora ha pancreas e rene nuovi. Per questione di privacy, non potrà mai sapere chi è stato il suo donatore, o donatrice, se non che si tratta di una persona con meno di trent’anni. Da una parte c’è quindi la tragedia di una famiglia che ha perso prematuramente il proprio caro e, dall’altra, la possibilità di una nuova vita per Mirko.

L’intervento

È la sua compagna Alessandra Russo a raccontare gli ultimi giorni, carichi di emozione.

«È diabetico da 35 anni, poi nel 2018 ha scoperto di avere una malattia autoimmune ai reni, quindi l’insufficienza renale - racconta Alessandra, mentre Mirko è ancora in terapia intensiva nei delicati giorni che seguono l’operazione - all’inizio ha fatto la chemioterapia, ma il diabete combatteva contro i farmaci della chemio, quindi non aveva successo.L’unica via era il trapianto. Essendo la sua una malattia autoimmune, c’era pericolo che trapiantando solo il rene, il diabete lo attaccasse, quindi si è deciso per il doppio trapianto».

La coppia, in realtà, sapeva che le possibilità non erano altissime, considerando che servivano pancreas e rene della stessa persona per ridurre il rischio di rigetto, in più sotto ai trent’anni. E invece, all’improvviso, la chiamata.

«Ci hanno contattato martedì sera, alle 4 di mercoledì dovevamo essere a Milano - aggiunge Alessandra - lui quasi non ci credeva ed era anche un po’ spaventato, ma tutto è andato bene. La sua vita ha avuto diverse limitazioni negli ultimi anni, ma con il trapianto è come rinascere».

Da qui l’invito rivolto a tutti, per diventare donatori di organi.

L’appello

«Anche io sono iscritta come donatore e sarebbe bello che lo facessero tutti - conclude Alessandra - mi piacerebbe sapere chi ha donato, vorrei scrivere una lettera di ringraziamento alla famiglia per aver dato il consenso. Pur nella tragedia del momento, sapere che una parte di un tuo congiunto vive in un’altra persona credo sia molto bello. Credo che sia fondamentale far capire a tutti cosa vuol dire donare gli organi: vuol dire donare la vita a qualcun altro».

Per Mirko, ora, ricomincia tutto da qui.

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