Filippo, la vita dopo la malattia: «Mio figlio si è ripreso i suoi anni»

Blevio Papà Mattia Genovesi racconta la storia per guarire dalla leucemia. «Al centro Maria Letizia Verga ci hanno aiutato tanto, ora lui sta bene»

«È iniziato tutto da una febbre che andava e veniva senza spiegazione, poi la diagnosi: il nostro Filippo, di due anni e mezzo, aveva la leucemia. Abbiamo affrontato anni difficili dentro e fuori dagli ospedali ma ora lui ne è uscito, sta bene e noi siamo diventati volontari a sostegno della ricerca».

La storia della famiglia Genovesi, di Blevio, è una di quelle forti, che emoziona, e dalle parole di papà Mattia traspare tutta la preoccupazione vissuta in quegli anni, il sentimento di paura iniziale che ha lasciato spazio alla speranza e, infine, alla voglia di aiutare chi oggi si trova in quella stessa situazione.

«A 12 anni gioca a calcio e scia»

«Ad agosto Filippo farà 12 anni, sta bene e fa sport - racconta il suo papà Mattia Genovesi -. Si è ammalato dieci anni fa e subito dopo la diagnosi di leucemia al Valduce, siamo stati trasferiti al San Gerardo di Monza. Avevamo il terrore nel cuore e dall’oggi al domani ci siamo trovati catapultati in questa situazione, ma nel Centro Maria Letizia Verga che ci ha accolto abbiamo trovato tutto il sostegno possibile, sia per le cure a Filippo che a livello psicologico. Da lì è stato un saliscendi di emozioni, dal terrore puro alla speranza quando ti dicono che l’85% dei bambini guarisce, ma quel 15% spaventa. Ha iniziato un percorso di cure chemioterapiche pesanti per un bimbo di quell’età, lui però ha vissuto quasi ignaro, salvo il fastidio di essere fuori casa. Per noi è stato difficile». Due anni di terapie dentro e fuori dall’ospedale, con il terrore che ogni raffreddore o lineetta di febbre fosse sintomo di qualcosa che non andava, qualsiasi starnuto fonte di preoccupazione.

«Abbiamo vissuto praticamente a casa isolati per evitare ogni rischio – aggiunge Mattia -. Alla fine è andato tutto bene, oggi Filippo gioca a calcio, è attivo e sta bene. L’impatto è stato duro, ma il Centro Maria Letizia Verga ci ha dato tutto il supporto di cui avevamo bisogno. Siamo diventati anche infermieri nel nostro piccolo, con l’attenzione di non creare a Filippo danni ulteriori o infezioni. Non saprò mai come ringraziarli, lo hanno salvato e hanno aiutato noi a gestire quei momenti. Nostro figlio ha fatto l’ultima visita di controllo appena prima del Covid, da lì in poi la strada è stata in discesa. Scia, gioca a calcio, non lo teniamo fermo, si è ripreso i suoi anni».

«Siamo diventati volontari»

Un’esperienza che ha segnato le loro vite. «Ora siamo diventati volontari, unendoci a persone di Como che hanno vissuto la nostra stessa esperienza o che si sono avvicinate perché hanno avuto amici o parenti colpiti dalla leucemia. Cerchiamo di sostenere la ricerca con raccolte pubbliche, facendo banchetti e così via, dando una mano nel nostro piccolo».

Il sorriso di Filippo in mezzo a mamma Francesca, papà Mattia e alla sorellina Maddalena è sicuramente il regalo più bello.

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