Il cardinale al santuario: «Qui segni tangibili di fede»

Villa Guardia Ieri la messa a Maccio del vescovo dopo la lettera da Roma: «Il Vaticano sottolinea la credibilità della testimonianza di Genovese»

Il santuario diocesano della Santissima Trinità Misericodia di Maccio, a quasi 13 anni dalla sua istituzione avvenuta il 27 novembre 2010, ieri sera ha vissuto un altro momento storico, la messa di ringraziamento presieduta dal vescovo, cardinal Oscar Cantoni, a cui hanno partecipato come concelebranti monsignor Franco Agnesi, vescovo ausiliare di Milano; monsignor Maurizio Malvestiti, vescovo di Lodi; monsignor Giuseppe Merisi, vescovo emerito di Lodi; monsignor Gaetano Fontana, vicario generale di Brescia oltre ad una cinquantina di sacerdoti della diocesi e al rettore del santuario e parroco di Maccio don Gigi Zuffellato, al sacerdote dedicato al santuario don Walter Crippa e a don Giampaolo Cozzi.

La celebrazione

La messa di ringraziamento è stata celebrata in una chiesa gremita in cui il coro Regina Pacis, un tempo diretto dal maestro Gioacchiono Genovese, oggi da Fabio Manzo, ha animato la solenne celebrazione fissata dopo tre settimane dalla notizia giunta da Roma, dal Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, con cui è stata approvata l’esperienza spirituale del santuario della Santissima Trinità di Maccio.

Una luogo di preghiera che infonde pace come ha subito detto il cardinal Cantoni aprendo la sua omelia: «Vorrei davvero che quel soffio di grazia e di pace del cuore, che si prova quando si varca la porta di questo Santuario, possa sempre abitare la vostra vita, dovunque vi troviate. Perché qui si viene per sentirsi immersi nella misericordia di Dio, anzi, nel cuore stesso di Dio, che è Trinità Misericordia: questo è il suo nome da sempre».

La storia della chiesa di Maccio è storia di una comunità devota ed è proprio la chiesa divenuta santuario il luogo in cui sono avvenute le rivelazioni private raccolte negli scritti prodotti da Gioacchino Genovese, che sono stati al vaglio del Dicastero romano.

«Stasera ci siamo radunati per rendere grazie alla Santissima Trinità, Misericordia Infinita, che proprio qui, in questo luogo benedetto, nel corso di tanti anni si è prodigiosamente manifestata e ci ha colmato di grazie e di segni inequivocabili del suo amore»; ha precisato il cardinale, ricordando momenti e persone che hanno raccolto quelle rivelazioni ritenute credibili anche dal Vaticano.

«Viene sottolineata, nella lettera (quella inviata il 4 ottobre, giorno di San Francesco d’Assisi da Roma ndr), la credibilità della testimonianza della persona coinvolta – dice monsignor Cantoni - Penso sia doveroso, a questo riguardo, esprimere tutta la nostra stima e il nostro sentito grazie per quanto egli vissuto con perseveranza e sofferta adesione, e anche il mio personale e sincero incoraggiamento per lui e tutta la sua famiglia».

L’omelia

Segni all’interno della Santissima Trinità Misericordia al santuario di Maccio dal 2000 ce ne sono stati diversi, il vescovo di Como li ricorda: l’acqua che ha più volte bagnato l’altare maggiore; i molti cammini di conversione spirituale; le scelte vocazionali di Maccio, numerosissime anche sotto la spinta del parroco mancato 25 anni fa, don Enrico Verga; «lo spirito profetico che anticipa avvenimenti storici e scelte nella vita della Chiesa: tutto questo andrà ulteriormente ricordato e studiato, in obbedienza a quanto il Signore e la Chiesa ci chiedono», conclude il cardinale, che cita il libro di preghiere di cui ha autorizzato la pubblicazione: “Signore insegnaci a pregare”, con le preghiere nate dall’esperienza del santuario di Maccio, tra cui c’è la supplica alla Santissima Trinità Misericordia che ripete come in un Rosario: “Santissima Trinità, Misericordia infinita, io confido e spero in te!”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA