Il pope ucraino con moglie e figlia in fuga dalla guerra ospitati in oratorio

Lipomo L’arrivo di Mykola Shcherbak insieme a VIktoriia e ai loro tre figli, per seguire i fedeli ucraini in Italia. Caritas ha messo loro a disposizione un appartamento

Era il primo aprile 2022 quando una famiglia ucraina formata da papà Sergii, mamma Viktoriia e dai figli Valeriia, Illia, Damir, fuggita dalla guerra è arrivata a Lipomo ospitata tramite la Caritas nell’appartamento dell’oratorio appositamente predisposto, già utilizzato in passato come abitazione dei vice parroci.

A metà agosto, dopo pochi mesi, mentre i ragazzi stavano cercando di socializzare con i coetanei dell’oratorio, la famiglia ha deciso di abbandonare Lipomo e ritornare in patria, nonostante la guerra sia ancora in corso e ben lontana dal terminare, per accudire gli anziani genitori rimasti soli in un villaggio nei dintorni di Kiev.

Attualmente, a causa del fenomeno delle migrazioni dai popoli dell’est europeo, soprattutto a causa della guerra, alcuni sacerdoti coniugati di rito orientale stanno seguendo, specialmente qui in Italia, fedeli cattolici provenienti dall’Ucraina, dalla Romania o da altri paesi.

E ora in quell’appartamento dell’oratorio San Vito, lasciato vuoto, su richiesta del cardinale vescovo di Como, Oscar Cantoni, tramite il vicario generale della diocesi monsignor Ivan Salvadori, è arrivato ad abitare il pope Mykola Shcherbak, sacerdote cattolico di rito orientale, con la moglie Oksana e la figlia Anastasia.

Shcherbak è nato nel 1988 in Ucraina e appartiene alla Diocesi di Leopoli dove è stato consacrato sacerdote nel 2017. Da qualche anno si trova in Italia come assistente pastorale dei migranti ucraini seguendo in particolare le comunità di Como nella chiesa di San Donnino, Chiavenna, Lugano, Meda e per conseguire la laurea in teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense.

Il parroco don Alfonso Rossi, dopo aver accolto per pochi mesi nell’appartamento dell’oratorio la famiglia ucraina di Sergii, ora, assieme ai parrocchiani dà il benvenuto ad un’altra famiglia di quella martoriata terra, composta dal pope Mykola SAhcherbak con sua moglie e la figlia.

«Attualmente – ricorda il vicesindaco Gianluca Leo – Lipomo ospita una quarantina di profughi ucraini che cercano di inserirsi nella nostra realtà. Qualcuno ha già trovato lavoro come cameriere in un ristorante del posto, altri stanno valutando le proposte che arrivano».

La Chiesa cattolica ha sempre ritenuto, per motivi teologici, spirituali e pastorali, di mantenere la legge del celibato dei sacerdoti.

San Paolo VI ha mantenuto questa legge, nella Enciclica Sacerdotalis caelibatus (1967), ed anche San Giovanni Paolo II, nell’Esortazione Pastores dabo vobis, ha confermato questa tradizione (1992).

Nella Chiesa cattolica di rito latino, anche se in modo eccezionale e circostanziato, sono presenti presbiteri coniugati.

Limitatamente ad alcune situazioni particolari è possibile concedere le dispense soprattutto a ministri di culto che provengono da altre Chiese o comunità cristiane non in comunione con quella Cattolica. A questo proposito Papa Benedetto XVI accolse nella Chiesa cattolica presbiteri coniugati provenienti dalla Chiesa Anglicana.

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