La famiglia accolta dalla Caritas: «Addio Lipomo, torniamo in Ucraina»

Il caso Dopo quasi cinque mesi Sergii, la moglie Vikyoriia e i tre figli sono partiti per una città vicina a Kiev. Devono accudire gli anziani genitori rimasti soli. In paese sono una quarantina i profughi fuggiti dalle bombe

Sono stati tra i primi a fuggire dalla guerra scatenata dalla Russia in Ucraina. E ora tornano a casa, nei dintorni di Kiew, dopo quasi cinque mesi trascorsi in terra lariana.

Un ritorno necessario, nato dall’esigenza di aiutare chi è rimasto a casa e non ha potuto uscire dal Paese; un ritorno per aiutare gli anziani genitori o ricongiungersi con i fratelli. Si torna per amore, ma anche perché la vita da profughi non offre molte alternative e non tutti hanno risorse per rimanere a lungo all’estero.

Conflitto

Coperte e beni di prima necessità stipati in macchina: pronti a rientrare in Ucraina

E così anche la famiglia di origine ucraina formata da papà Sergji, mamma Viktoriia e dai figli Valeriia, Illia e Damir, arrivata a Lipomo e accolta tramite la Caritas diocesana il primo di aprile nell’appartamento dell’oratorio appositamente predisposto, già utilizzato nel passato come abitazione dei vice parroci, ha deciso di ritornare in patria, nonostante la guerra sia ancora in corso e ben lontana dal terminare. Nei giorni scorsi hanno stipato coperte e generi di prima necessità nel bagagliaio del pulmino utilizzato per tornare a a casa dove assisteranno i rispettivi genitori anziani che si sentivano soli. Quindi la partenza per una città situata nella parte centrale dell’Ucraina, non molto lontana da Kiev. Fortunatamente la zona di loro residenza fino ad ora è stata risparmiata dalle bombe russe anche se tra la popolazione c’è sempre una grande paura per una possibile escalation del conflitto.

«Adolescenti e ragazzi hanno vissuto con i giovani ospiti momenti di Grest e di vita di oratorio cercando di favorirne l’integrazione sociale, nonostante le difficoltà della lingua – ha commentato il parroco don Alfonso Rossi- Con loro la comunità parrocchiale ha condiviso la partecipazione alla messa domenicale nonostante la diversità di confessione cristiana. Auguriamo a Sergio e alla famiglia un buon rientro in Ucraina e alla loro Patria il dono della Pace».

«Attualmente – ricorda il vicesindaco Gianluca Leo - Lipomo ospita una quarantina di profughi ucraini che stanno lentamente cercando di inserirsi nel nostro tessuto sociale. Qualcuno ha già trovato lavoro come cameriere in un ristorante del posto, altri stanno valutando le proposte che arrivano».

I ragazzi in classe

«I ragazzi hanno frequentato la scuola e continueranno a farlo anche nel prossimo. Il corso di italiano appositamente predisposto per gli adulti e i genitori si è concluso. Queste persone usufruiscono dei viveri Agea (distribuzione gratuita per persone indigenti di derrate alimentari provenienti dal fondo di aiuti europei agli indigenti), consegnati quotidianamente alle famiglie segnalate dai servizi sociali dalla locale delegazione della Cri grazie ad un’apposita convenzione».

«A questi si aggiungono anche 120 cittadini lipomesi che tramite l’aiuto prezioso e volontario dell’associazione “Il poeta sognatore Simone” presieduta da Eraldo Molteni, riceve dalla speciale sezione coordinata da Renato Prini, settimanalmente la consegna di derrate alimentari e generi di prima necessità».

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